AVSI chiede la soppressione dell’articolo 112 della legge di bilancio 2025

La norma 112 della legge di bilancio va contro il principio di sussidiarietà: chiediamo la sua integrale soppressione tramite un emendamento abrogativo.

Paesi Italia
Data 11.11.2024
Autore di Giampaolo Silvestri, segretario generale AVSI

L'articolo 112, contenuto nella bozza della legge di bilancio 2025, prevede l'inserimento di un rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze negli organi di controllo delle società che ricevono contributi pubblici, anche indiretti, superiori ad euro 100mila. AVSI si appella a tutti i parlamentari e chiede che questo articolo sia integralmente soppresso nel dibattito in aula.

Cosa prevede l'articolo 112 della legge di bilancio 2025

L'art.112 della Legge di Bilancio 2025 – ora in esame al Parlamento – recita: «Ferme restando le disposizioni dettate dall’articolo 16 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, al fine di potenziare le funzioni di controllo e di monitoraggio della finanza pubblica, è assicurata la presenza di un rappresentante del Ministero dell’Economia e delle Finanze nei collegi di revisione o sindacali di società, enti, organismi e fondazioni che ricevono, anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma, contributi a carico dello Stato, di entità significativa. Il livello di significatività del contributo è stabilito con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze, da adottare entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. In sede di prima applicazione il predetto livello di significatività è stabilito nell’importo di 100.000 euro annui».

Le ragioni della richiesta di soppressione

  1. va contro il principio di sussidiarietà stabilito dalla Costituzione Italiana (art. 118); 
  2. si configura come una misura anacronistica e illiberale di controllo e ingerenza dello Stato nel settore privato;
  3. lede il principio di libera espressione della società civile in quanto viola la libertà di nomina dei componenti dell’organo di controllo da parte dell’assemblea dei soci;
  4. l’ordinamento italiano prevede e impone già sistemi efficaci di controllo e monitoraggio delle risorse pubbliche assegnate a soggetti privati, che sono obbligati a rendicontare ogni contributo pubblico ricevuto secondo precise regole e sono spesso soggetti ad audit finanziari;
  5. il livello di significatività stabilito nell’importo di 100.000 euro annui implica che la norma si applichi a migliaia di organizzazioni in Italia, e rende difficile se non irrealistica la presenza di un rappresentante del Ministero dell’Economia e delle Finanze nei collegi di revisione o sindacali dei destinatari di tale contributo.
     

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