La voce degli imam, sacerdoti e capi villaggio ivoriani contro le mutilazioni genitali femminili

Data 21.04.2021

Nonostante la costituzione ivoriana ne vieti la pratica, in Costa d’Avorio due donne su cinque sono vittime di mutilazioni genitali, mentre nelle regioni a nord e a ovest del paese il fenomeno interessa quasi il 75% delle donne.

È qui che negli ultimi due anni AVSI ha lavorato per sensibilizzare la popolazione, sostenendo istituzioni, organizzazioni e leader locali, riconosciuti dalla comunità, grazie al sostegno dell'Unione europea e del Ministero della famiglia, della donna e dei minori ivoriano.

Elemento chiave è stato il coinvolgimento dei capi tradizionali e religiosi più vicini alle popolazioni locali che hanno permesso di avvicinare molti villaggi e incontrare tutte le fasce della popolazione allo scopo di trasmettere un unico messaggio: è necessario abbandonare le pratiche delle mutilazioni genitali femminili perché hanno un impatto nefasto sull'integrità fisica e psicologica delle donne.

Sono innumerevoli gli insegnamenti riguardo alla protezione della donna e al rispetto che dobbiamo avere per la sua integrità. Ogni forma di violenza è contraria all’etica e alla morale islamica. Quale religione può tollerare di imporre un tale dramma a una donna?

Cissé Djiguiba, Imam della Grand Mosquée d'Abidjan e presidente della Fondazione Djuigui de la Grande Espérance

I risultati del progetto “Sostegno allo sviluppo sociale inclusivo attraverso la lotta contro le mutilazioni genitali femminili in sei regioni della Costa d'Avorio (Folon, Kabadougou, Bafing, Tonkpi, Guémon, Cavally)

  • 31.000 persone coinvolte in campagne di sensibilizzazione di massa e locali tramite visite a domicilio

  • 500 donne sopravvissute all’infibulazione sostenute per cure mediche, assistenza legale e psicosociale

  • 21 gruppi di risparmio costituiti

  • 18 organizzazioni della società civile e strutture locali informate e formate sul quadro giuridico ivoriano e su come accompagnare e sostenere le vittime

  • 3 appelli a guide religiose, capi tradizionali e autorità pubbliche per impegnarsi concretamente nella lotta contro le mutilazioni genitali femminili

La cerimonia di chiusura

Mercoledì 21 aprile 2021, in occasione della cerimonia di chiusura del progetto, AVSI e il partner Fondazione Djigui de la Grande Esperance hanno presentato i principali risultati, rinnovato il loro impegno e condiviso le prospettive future per promuovere l'abbandono di queste pratiche.

La cerimonia ha avuto luogo a Biankouma, città al nord della Costa d’Avorio, in una delle sei zone di intervento. Erano presenti le autorità della Direzione Regionale del Ministero della Donna, i rappresentanti della Delegazione dell’Unione europea, del comitato Nazionale della Lotta contro le Violenze sulla Donna e il Fanciullo, delle organizzazioni partner e i capi villaggio.

In osservanza agli accordi internazionali, alla costituzione e al codice penale ivoriano che condannano le violenze di genere, le autorità statali, le guide religiose musulmane e i capi tradizionali hanno prodotto e siglato una dichiarazione d’impegno per la promozione dell’abbandono delle Mutilazioni Genitali Femminili che è stata letta nel corso della cerimonia.