La società civile internazionale in prima linea nel processo G20/2021 per superare la crisi sanitaria e garantire la trasparenza dei processi decisionali

Data 28.01.2021

Tre giorni online, più di 200 partecipanti da tutto il mondo presenti ai diversi appuntamenti: si è concluso ieri mercoledì 27 gennaio il Kick off Meeting del Civil 20, uno dei gruppi ufficiali che segue i lavori del G20 per proporre raccomandazioni sui temi in agenda.

Il C20, a cui AVSI aderisce come membro del comitato promotore italiano, è un processo di partecipazione che coinvolge diverse realtà della società civile internazionale, in ogni parte del mondo, dalle isole Fiji all’America e dalla Cina all’Europa, segno di un sempre maggiore interesse a prendere voce sulle politiche economiche, ambientali e sociali che riguardano tutte e tutti.

La società civile italiana, su iniziativa della Gcap (Coalizione Italiana contro la Povertà), insieme alle diverse piattaforme e reti - Concord Italia, AOI, CINI, Link 2007 - è impegnata in un complesso lavoro di coordinamento internazionale e in un esigente dialogo con il governo italiano i cui rappresentanti sono stati invitati a partecipare a tavoli di confronto con la società civile su salute globale, finanza, cambiamenti climatici e transazione ecologica, cittadinanza globale e giustizia sociale.

Tutti temi che devono tenere conto di questioni trasversali come quella di genere: il C20 chiede al G20 di mantenere in cima all'agenda l'emancipazione, la leadership e i contributi di donne e ragazze nelle politiche future, ma anche di agire sugli impegni già presi per eliminare ogni forma di disuguaglianza e di discriminazione, agire contro la violenza di genere e colmare il gender gap in tutti gli ambiti.

“Questo è un momento difficilissimo per il pianeta e abbiamo bisogno di una sede efficace per coordinare gli impegni e la solidarietà necessaria. Il G20 può giocare un ruolo fondamentale per rafforzare la dimensione multilaterale e l’Italia ha una responsabilità notevole quest’anno, con la presidenza del G20 e quella, condivisa col Regno Unito, della COP 26 dedicata a verificare gli impegni per l’applicazione dell’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico – sostiene Riccardo Moro, sherpa C20 – L’attuale situazione di crisi preoccupa e fa temere che le responsabilità internazionali del nostro paese vengano dimenticate, con un incalcolabile danno che va molto al di là dell’Italia. Ci auguriamo che la comunità politica italiana sappia rispondere alle aspettative”.

La società civile internazionale chiede al G20 di mettere la propria forza economica a disposizione dei processi multilaterali che promuovono la tutela dei diritti per tutte e tutti a cominciare dalle comunità più vulnerabili. Questo comporta anche una seria responsabilità finanziaria per sostenere tali processi.

La pandemia COVID-19 ha amplificato le già gravi contraddizioni preesistenti: “Da anni assistiamo a processi di sviluppo legati a logiche di profitto o nazionalistiche che minacciano le persone e tutti gli esseri viventi nel nostro pianeta, la cui stessa salute è gravemente compromessa dai cambiamenti climatici – specifica Valeria Emmi, sous sherpa C20 - Per questo la società civile chiede al G20 il massimo impegno per la solidarietà internazionale e pone in agenda obiettivi ambiziosi: cancellazione del debito, riforme economiche sistemiche e strumenti per finanziare una ripresa giusta, reali impegni per eliminare i combustibili fossili, garantire che il vaccino COVID-19 sia un bene pubblico globale, aumentare gli investimenti pubblici nella costruzione di sistemi sanitari più forti e resilienti; porre attenzione in ogni ambito al rispetto dei diritti umani; rafforzare l’avanzamento dell'Agenda 2030 per raggiungere gli obiettivi dello sviluppo sostenibile”.

“Dal punto di vista finanziario è necessario creare le condizioni perché i paesi in via di sviluppo, sia a basso che medio reddito, possano aumentare il loro spazio fiscale, cioè la capacità di spesa per proteggere le persone, rilanciare e trasformare l’economia, e realizzare l’Agenda 2030 - ribadisce Stefano Prato, sous sherpa finanze - Il G20 può dare un contributo determinante, nel quadro di una più ampia e democratica risposta multilaterale, in termini di cancellazioni del debito, promozione di riforme sistemiche della finanza globale e definizione di strumenti finanziari innovativi per una giusta transizione verso una economia realmente sostenibile.”

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Perché tutto ciò sia possibile è necessario “rafforzare il quadro di responsabilità del G20 e la partecipazione democratica al processo del G20 – conclude Stefania Burbo, Chair C20 – la società civile internazionale è pronta per essere coinvolta in tutti i lavori del G20, così che possano partecipare le comunità e i gruppi sociali principalmente interessati dalle sfide dello sviluppo a cui il G20 intende rispondere”.