Kenya: essere rifugiato a Dadaab. Una domanda scomoda

Data 23.11.2015
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Khadija e Abdullahh sono gemelli, hanno 14 anni e sono nati in Somalia. Abdullahi di 14 anni e Lydia di 13 sono fratelli e sono nati in Etiopia. Le loro famiglie sono scappate diversi anni fa dai loro paesi d'origine e si trovano adesso assieme nel campo rifugiati di Dadaab in Kenya, il più grande al mondo.

Questi quattro ragazzi assieme ad altri ottantadue provenienti da quaranta scuole del campo hanno passato per la prima volta quattro giorni fuori da Dadaab e si sono incontrati in un accampamento scout promosso da AVSI. Qui hanno cantato, ballato, giocato e pregato assieme, hanno cucinato ed hanno allestito le tende.

Abdullahh alla fine di questi quattro giorni si avvicina ad Andrea Bianchessi, responsabile AVSI nel paese e gli domanda: "Saremmo dovuti andare a Nairobi per partecipare ad un ritrovo nazionale scout, ma non è stato possibile perché siamo rifugiati; però io ho le mostrine degli scout del Kenya (si gira e mostra con orgoglio le stelline sulla spalla), allora perché non ci hanno fatto andare?".

Andrea conosce bene la situazione, sa che le autorità hanno ristretto la possibilità di movimenti fuori del campo e ritirato il permesso inizialmente concesso per un innalzamento del livello di sicurezza, ma questa domanda lo ha spiazzato e commosso. Non riesce e non sa cosa rispondere, non ha adeguate risposte sul perché ragazzini dai 10 ai 14 anni sono considerati pericolosi per la società. Essere rifugiato implica anche questo.