"Un grande campo di ulivi in Siria". È il sogno di Anaan, una ragazza siriana che ha vissuto i bombardamenti a Idlib, nel suo Paese, da dove è scappata insieme alla sua famiglia. Oggi vive in Libano e frequenta una delle sette scuole agrarie in cui AVSI gestisce dei corsi finanziati dalla Cooperazione italiana. Un piccolo passo verso il suo sogno.
Anaan è contenta, perché sta imparando tanto: sulla semina, le tipologie di piante, le tecniche di coltura per crescere i raccolti. Come lei, tanti giovani siriani che sperano di tornare presto a casa, ma nel frattempo studiano per inseguire le loro ambizioni.
Sin dall'inizio della crisi siriana, Fondazione AVSI lavora per accogliere le migliaia di profughi giunti in Libano. Con attività educative per i bambini, di sostegno alle donne e per il lavoro degli uomini.
Dopo oltre 5 anni di guerra, la crisi umanitaria siriana in Libano è giunta a una seconda fase. Dopo la prima emergenza, la presenza dei siriani, ben oltre il milione in Libano, prolungata negli anni e con poche possibilità di vedere una fine, ha reso necessario ripensare i programmi di aiuto in un'ottica di sviluppo. A lungo termine.
Ecco perché molti giovani sono stati inseriti nel programma di corsi di sette scuole agrarie libanesi, con l'obiettivo di formare competenze specializzate e immediatamente utilizzabili nel mondo del lavoro. D'altra parte, quello dell'agricoltura, è uno dei settori più importanti dell'economia libanese e rappresenta il 4% dell'intero pil nazionale.