Il cielo sopra Kibera – La Divina Commedia nello slum di Nairobi

Data 14.09.2018

I prossimi 3, 5 e 6 ottobre a Kibera, immenso slum nel cuore di Nairobi abitato da quasi un milione di persone, accadrà qualcosa di impensabile: 150 allievi delle scuole Little Prince, Cardinal Otunga, Ushirika ed Urafiki porteranno in scena un adattamento della Divina Commedia di Dante sotto la guida di Marco Martinelli, coadiuvato da Laura Redaelli.

Inferno, Purgatorio e Paradiso comporranno un percorso che culminerà con una sfilata nel cuore di Kibera. Il progetto di fare del teatro un’esperienza centrale nei percorsi educativi di queste scuole dello slum risale a qualche anno fa: erano stati molti insegnanti a segnalare come il teatro fosse un fattore di grande attrattività per gli alunni. Grazie al teatro il tasso di assenza da scuola calava vistosamente e il teatro si rivelava anche uno strumento per affrontare altre materie del programma.

Da allora grazie all’impegno della ong AVSI, che da molto tempo è presente a Kibera con progetti in ambiti diversi, in particolare educazione, formazione e inserimento lavorativo, l’investimento nel teatro è via via cresciuto. È stata allestita una sala attrezzata negli spazi della Little Prince. Nel 2015 il “Pinocchio” messo in scena con i bambini della scuola ha avuto il riconoscimento di miglior spettacolo internazionale dell’anno da parte della Fondazione Carlo Collodi. «Il teatro è un modo di educare. Con il teatro i ragazzi cambiano, si sentono protagonisti, ed è diverso anche il loro modo di stare in classe», spiega il preside della Little Prince Anthony Maina.

L’esperienza di questa scuola è stata contagiosa e in breve tempo altri istituti si sono coinvolti nel progetto, in molti casi potendo usufruire degli spazi attrezzati della Little Prince, spazi intitolati ad Emanuele Banterle, protagonista del mondo teatrale milanese. Sempre attento a promuovere il valore sociale e diffuso del fare teatro, Banterle è stato fondatore del Teatro degli Incamminati che in questi anni è stato in prima linea, in particolare per iniziativa di Franco Branciaroli, nel promuovere la raccolta fondi per attrezzare la sala della Little Prince.

Quest’attenzione al teatro è un fatto che corrisponde perfettamente a quello che noi intendiamo come cooperazione allo sviluppo: accompagnare le persone a riconoscere il proprio valore, a prendere sul serio i propri desideri e sogni, a esprimerli, anche con il teatro che ha una sua forza straordinaria. Di qui una persona parte e cresce, non si lascia più definire dalle condizioni anche le più povere, e riesce a rimettere in moto se stesso e la sua comunità. Nello slum non c’è solo bisogno di pane, di lavoro, di scuola. C’è desiderio di bellezza, di una conoscenza che spalanchi lo sguardo e la creatività, condizione prima perché ogni progetto di sviluppo si avvii e riesca con successo.

Giampaolo Silvestri segretario generale di AVSI

Nel 2017 AVSI e Riccardo Bonacina a nome degli Amici del Teatro Banterle hanno chiesto a Marco Martinelli un coinvolgimento nel progetto per stimolare un’ulteriore crescita e maturazione. Martinelli, che nel suo curriculum ha esperienze straordinarie con gli allievi di scuole border line in tutt’Italia, esperienze culminate nello spettacolo collettivo Eresia della felicità, ha aderito con entusiasmo all’invito e con prolungate presenze a Kibera ha preparato il percorso che approderà al triplice momento di inizi ottobre, con un adattamento della Divina Commedia dantesca, dal titolo “Il cielo sopra Kibera”.

«Il lavoro sulla Divina Commedia ci ha confermato quanto l’archetipo narrativo sia universale», ha spiegato Martinelli. «Abbiamo parlato di un uomo che si perde in una foresta oscura, fatta di paura, disperazione, mancanza di senso della vita. Di come quell’uomo, nel momento in cui spera di esserne uscito, si trova divorato da belve feroci ed ha la forza di capire che non si salverà da solo. Questo è il grido di Dante: miserere di me. La sua invocazione al Creato, al mondo, all’Altro, ha effetto: arriva qualcuno e gli tende una mano, lo aiuta a uscire alla luce. Dunque, abbiamo semplicemente raccontato questa storia, senza il bisogno di affrontare i versi danteschi, cosa che non avrebbe avuto senso. Abbiamo lavorato sull’improvvisazione, coinvolgendo attivamente tutti, dai bambini ai ragazzi».

Marco Martinelli insieme ad Ermanna Montanari è fondatore e anima del Teatro delle Albe di Ravenna, una delle più importanti istituzioni teatrali italiane. Da sempre attenti alla pedagogia attraverso il teatro, Martinelli, Montanari e tutta la compagnia, hanno da tempo messo a punto il progetto chiamato “Non-scuola”, dedicato a giovani e adolescenti. Partita coinvolgendo gli studenti delle scuole di Ravenna nel 1991, la “Non-scuola” da allora coinvolge circa 400 giovani ogni anno è stata invitata ovunque: a Scampia e a Chicago, a Dakar e Milano, ma anche in Francia, Brasile, Belgio e in diverse città italiane. L’esperienza della “Non-scuola” a Napoli è stata raccontata in un libro dal titolo Aristofane a Scampia, divertente e commovente.

Emanuele Banterle, regista e impresario teatrale aveva fondato insieme a Giovanni Testori e Franco Branciaroli Il Teatro de Gli Incamminati, la più importante compagnia privata italiana. Con Testori e Branciaroli ha coraggiosamente proposto a fine anni ‘80 un teatro di frontiera e sempre implicato con la vita reale culminato con “In Exitu”, uno spettacolo commuovente dedicato alla passione di un ragazzo tossicomane. Emanuele Banterle è morto prematuramente nel 2011: a lui è dedicata la sala della Little Prince poiché l’esperienza teatrale a Kibera è un’ideale prosecuzione del suo impegno.