Il centro “Maria de Guadalupe”

Data 07.07.2011

1 Settembre4Tutte le mattine Adriana, la nutrizionista, dà il benvenuto ai bambini con una sorta di cinegiornale. Liriunisce tutti e, raccontando loro le principali notizie del mondo, trasmette conoscenze e valori. I più piccoliarrivano con le mamme per consumare non più una colazione, ma un pasto completo. Le madri poi imparanoanche nozioni nutrizionali e d'igiene, e vengono coinvolte in attività professionali.

Siamo in Messico, nella periferia di Oaxaca, a soli 2 km dai famosi siti archeologici di Monte Albánd'epoca pre-ispanica; in questo quartiere la Fondazione AVSI lavora dal 2003 con il suo partner localeCrecemos (Desarrollo Integral de la Juventud Oaxaquena). Oggi a Monte Albán, uno degli insediamentiurbani più problematici, oltre 6mila persone vivono in condizioni di grande povertà. Le case sono fatiscenti,hanno pavimenti di terra, muri di cartone e tetti di lamiera. I servizi alla persona sono inesistenti e lecondizioni igieniche evidenziano gravi disagi sociali. Oltre a essere denutriti, i bambini hanno i pidocchi,parassiti e diverse malattie della pelle. La maggior parte delle famiglie è formata da ragazze madri, chemantengono la famiglia.

Adriana Martinez Piñeiro, nutrizionista, ha sempre curato piccoli con sofferenze alimentari; tuttaviaqualcosa, a Monte Albán, non tornava. “I bambini senza una corretta alimentazione non riescono a studiare,giocare. I primi cinquanta che incontrai soffrivano di una marcata denutrizione - ricorda - ma nonostante ilgiusto apporto alimentare non crescevano. Neanche di un etto. Mangiavano ma non aumentavano di peso.Ero disperata. Poi ho capito che a loro mancava una cosa più importante delle calorie o delle proteine:mancava l'affetto”. Per crescere dovevano anche essere certi dell'amore delle loro mamme. Madri quasisempre sole, alla ricerca di un lavoro quasi sempre impossibile. I bambini più grandi, facendo leva sullaresilienza, in un modo o nell'altro ce la fanno, lasciando però indietro il fratellino più piccolo. Che non èabbandonato; ma non ricevendo abbastanza attenzioni, mangia poco e male, si isola, il peso scende, non haforze e si ammala. “Il problema andava risolto guardando la realtà - sorride Adriana - sostenendo la famigliae non fornendo solo cibo”.

A Monte Albán l'abbandono scolastico è alto come l'analfabetismo degli adulti. E' una società duranella quale vivere è difficile. In mancanza di una proposta per un futuro migliore, l'area è caratterizzatadalla violenza, anche armata, di bande sempre più giovani. Creare un luogo certo e sicuro per le nuovegenerazioni è un compito e un dovere. “L'inizio è stato quasi sommesso. - Ricorda da Oxaca RossanaStanchi di AVSI - Grazie al sostegno a distanza si è iniziata a distribuire quotidianamente la colazione a unacinquantina di bambini in una stanzetta. A causa della scarsa alimentazione non riuscivano a studiare. Nonriuscivano a stare attenti” Ora la mensa è una realtà che dà da mangiare ogni giorno a 400 bambini, sostiene150 famiglie e organizza diverse attività. C'è un gruppo di psicomotricità per neonati, uno di prescolare, ildoposcuola per le elementari e formazione professionale per le mamme, aiutandole a diventareautosufficienti. “Abbiamo chiesto alle mamme di dare una mano a ripulire i locali della mensa: sviluppandol'amore e l'attenzione per il luogo in cui vivono i loro figli hanno imparato l'ordine e il gusto per la bellezza.Valori che hanno trasmesso poi ai bambini.”

A giugno 2010 un terremoto squassa la zona. Le successive inondazioni provocano frane e smottamentidi terreno, rendendo i locali della mensa inagibili. Si cerca un sostegno per costruire un nuovo centro. Unanuova casa per i bambini e le loro famiglie. Enel Cuore appoggia l'iniziativa, così come le Tende e ilMinistero degli Esteri. Si acquista un terreno e si costruisce in fretta la nuova sede che viene benedetta il 1°febbraio 2011 e battezzata “Maria de Guadalupe”. Ora l'avventura continua. Una parte delle attività èsostenuta da Panino Giusto e Humana. Per il resto, si cercano nuovi amici con i quali far diventareeccezionale il quotidiano di questi bambini.