Haiti, produrre farina per combattere la fame

Data 15.05.2014
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Il 16 maggio l'inaugurazione di un centro per trasformare la manioca in farina e gallette nell'ambito del Programma AQUAPLUS. Obiettivo: rafforzare la catena produttiva ad Haiti per fronteggiare l'insicurezza alimentare e creare una best practice per l'EXPO 2015.

Un centro di trasformazione della manioca per migliorare la capacità produttiva di Haiti e far così fronte all'insicurezza alimentare che nel Paese caraibico coinvolge più di 600mila persone. E' la ricetta che il Programma AQUAPLUS ha messo in campo per Haiti, come tappa verso la ricostruzione di un Paese messo in ginocchio dal sisma del 2010.

L'unità di trasformazione (UdT) della manioca, per produrre beni come gallette e farina grezza, è stata inaugurata a Torbeck il 16 maggio. Una struttura di 360 metri quadrati, con uffici, laboratori, equipaggiamenti e programmi per dare assistenza tecnica ai contadini supportandoli nella selezione di varietà di manioca adeguate alla trasformazione, nell'elaborazione di business plan e piani di commercializzazione. Ospite d'onore della cerimonia, monsignor Chibly Langlois, vescovo di Les Cayes e primo cardinale haitiano della storia.

L'obiettivo è quello di supportare un territorio dal forte potenziale agricolo ma ancora poco sfruttato a causa delle ridotte capacità economiche a disposizione delle comunità per avviare imprese commerciali.

 Più di un centinaio di persone hanno partecipato alla cerimonia a Torbeck. Oltre alla presenza delle autorità civili e religiose e a numerosi rappresentanti delle ong internazionali e locali, la testimonianza diretta degli agricoltori e delle donne beneficiarie dei progetti AVSI ha rimarcato il valore aggiunto dell'inaugurazione come momento di appropriazione da parte della comunità locale.

L'UdT è solo una delle attività integrate del più ampio progetto AQUAPLUS dal Rotary International e EXPO 2015, che negli ultimi anni ha risanato e ampliato l'impianto idrico di Ducis e Beraud nel Comune di Torbeck e rinforzato la didattica e la ricerca della Faculté d'Agronomie Université Notre Dame d'Haiti (UNDH), attraverso gli scambi di studenti e professori con l'Università degli Studi di Milano. La costruzione dell'edificio è stata realizzata con fondi dell'Unicredit Foundation e gli equipaggiamenti attraverso fondi della Rotary Foundation con un grant che ha coinvolto i Distretti 2041 e 2042 della Lombardia e del Rotary Club di Les Cayes.

Nei discorsi delle autorità locali, è stato più volte rimarcata l'importanza dell'UdT come luogo in cui far convergere le conoscenze tecniche degli studenti dell'UNDH e l'esperienza pratica degli agricoltori locali. Lo scopo è quello di trasformare i prodotti dei raccolti agricoli in prodotti alimentari commercializzabili sul mercato locale. Attività che quindi mira a rilanciare un'economia che importa oltre il 70% degli alimenti.

Il progetto incoraggia i produttori del sud di Haiti ad aumentare la produzione, grazie a strumenti in grado di poterla assorbire e trasformare – ha spiegato Alexandra Alexandre, ricercatrice dell'UNDH che collabora al lavoro di anali delle farine dell'UdT – L'unità di trasformazione, inoltre, crea posti di lavoro in una comunità che ha un'altissima disoccupazione, oltre a rappresentare un laboratorio di sperimentazione e ricerca per gli studenti che possono così apprendere l'esperienza della trasformazione dei prodotti e dell'imprenditorialità giovanile”.

Durante l'inaugurazione tutti gli invitati sono stati coinvolti in una visita guidata della struttura, dove si è potuto seguire il percorso di trasformazione della manioca, dall'agricoltore fino al prodotto finale in gallette. Sempre all'interno della struttura sono stati allestiti degli spazi espositivi dove si è potuto entrare in contatto diretto con le potenzialità nutrizionali di alcuni prodotti locali come la Moringa o il “mélange” di differenti farine di cereali e legumi. Infine, con un piccolo buffet finale si è voluto mostrare agli invitati la varietà di prodotti alimentari che si possono produrre: biscotti di amido di cassava, cereali alla manioca, torte di cassava, polpette haitiane, gli “acra”, cucinate con farine derivanti da piante locali, succhi di frutta alla Moringa e molto altro ancora.

"Oltre a povertà, rischio ambientale e crisi politiche, l'insicurezza alimentare ad Haiti è fortemente legata all'importazione dei beni alimentari che pongono il Paese in posizione di fragilità – spiega Fiammetta Cappellini, responsabile ad Haiti per AVSI - L'UdT assume un ruolo fondamentale nel consentire alla popolazione contadina di Haiti di sviluppare una più efficiente catena di produzione. Inoltre, la fase di trasformazione dei prodotti alimentari è quella di grado di produrre maggior reddito per le popolazione e quella in cui la componente lavorativa assume più importanza

Insieme alla facoltà UNDH, il Programma AQUAPLUS ha anche lanciato un progetto di ricerca finanziato dal WFP allo scopo di individuare un nuovo integratore alimentare adatto ai bambini, derivato da farine e legumi locali e in linea con gli standard internazionali per la sicurezza alimentare, in un contesto, quello haitiano, in cui un bambino su cinque ancora soffre di malnutrizione cronica.

Tra gli ospiti della cerimonia, il commissario generale di Haiti all'EXPO di Milano Gladys Mexil Guiteau. Nel suo discorso ha dato ampia disponibilità al programma AQUAPLUS e alle sue attività dell' UdT di essere presentate al Cluster dei Cereali e Tuberi, nel quale lo stand di Haiti verrà organizzato, enfatizzando l'aspetto di sostenibilità del progetto e del coinvolgimento delle comunità locali. AQUAPLUS sarà anche presente al Padiglione di Rotary International, dove si alterneranno nei 6 mesi di esposizione convegni sui temi di sviluppo.