Giornata dei rifugiati, la visita di Elisabetta Canalis in Libano

Data 17.06.2014
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L'ambasciatrice Unicef è stata in visita al campo di Marj El Kok in Libano, in cui AVSI opera con Unicef per garantire condizioni di vita dignitose a chi ci vive.  Il 20 giugno, in occasione del World Refugee Day, anche AVSI si unisce al coro delle organizzazioni impegnate nel settore per sensibilizzare l'opinione pubblica sul dramma dei profughi.

«È da tanto tempo che desideravo aiutare concretamente i bambini. Oggi, grazie all'UNICEF potrò contribuire a dare voce ai più piccoli che soffrono le conseguenze della guerra. In Libano ci sono tanti bambini fuggiti dalla Siria che l'UNICEF aiuta e protegge ogni giorno. Sono felice di poter dare il mio aiuto e raccontare le loro storie troppo spesso dimenticate», ha detto Elisabetta Canalis, accompagnata nella missione dal Portavoce dell'UNICEF Italia Andrea IacominiElisabetta Canalis ha poi incontrato alcune famiglie e bambini del campo e lo staff di AVSI al lavoro a Marj El Kok, tra cui Marco Perini, responsabile AVSI in Libano, che l'ha ringraziata per la visita, anche su Twitter:Vite cambiate dagli orrori della guerra, interrotte e costrette a ricominciare in altri luoghi, lontano da casa. Spesso senza la sicurezza di un tetto sulla testa, di cibo e di istruzione per i propri figli. Ogni anno, il 20 giugno la comunità internazionale dedica una giornata per accrescere la consapevolezza sulle condizioni di vita di milioni di persone, e riaffermare i valori sui quali sono basati gli accordi internazionali in materia di protezione dei rifugiati. Giordania, Kenya, Kazakhstan, Repubblica Democratica del Congo. AVSI lavora per garantire a migliaia di persone in fuga dai conflitti una vita dignitosa. Il 20 giugno, in occasione del World Refugee Day, AVSI si unisce al coro delle organizzazioni impegnate nel settore per sensibilizzare l'opinione pubblica sul dramma dei profughi.

Il 21 giugno, AVSI sarà a Cesena per un incontro in occasione dell'Happening dei giovani, si parlerà di rifugiati, dei loro bisogni e dei programmi di accoglienza di AVSI in Libano, con l'intervento di Chiara Nava, dello staff di AVSI Medio Oriente.

Su Twitter è possibile seguire il dibattito sulla giornata mondiale per i rifugiati con l'hashtag #WorldRefugeeDay:

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A 63 anni dalla convenzione sullo stato dei rifugiati, firmata a Ginevra nel 1951, sono 50 milioni le persone nel mondo riconosciute come rifugiati o come IDP, la sigla con cui il freddo gergo diplomatico indica chi fugge e si sposta all'interno del suo stesso paese.

Solo la guerra in Siria, in poco più di tre anni, ha causato la fuga oltreconfine di oltre 3 milioni e ottocentomila persone. Numeri impressionanti, di persone in cerca di ricostruirsi una nuova vita in Libano, Giordania, Turchia, Iraq.

LIBANO - La priorità sono i bambini

Due iniziative speciali, organizzate da AVSI per la Giornata dei rifugiati in Libano. La mattina ci sarà la distribuzione di cibo e kit igienici tra gli ospiti dei campi di Marj El Kok e Sarada. Nel pomeriggio, due tende del campo si trasformano in un museo per un giorno.  Esposti i disegni e i lavori dei bambini che, nei mesi scorsi, hanno partecipato alle attività di child protection di AVSI nel campo, mentre all'esterno, alcune attività coinvolgono i bambini in giochi e tornei all'aria aperta.

Per capire le proporzioni del fenomeno nel solo Libano, è come se l'Italia accogliesse dieci milioni di persone”, spiega Marco Perini, responsabile AVSI in Libano, paese cardine, con oltre 1 milione e centomila profughi, dell'accoglienza ai siriani e dove AVSI è impegnata con progetti di accoglienza e alfabetizzazione in partnership con l'Unhcr. “C‘è un altro dato da tenere sempre presente: degli oltre due milioni e mezzo di persone in fuga dalla Siria, la metà sono bambini. Questi bambini da almeno due anni hanno perso il diritto alla scuola o, se non l'hanno perso, è stato comunque molto limitato. Quindi la nostra sfida, oggi, è permettere a quanti più bambini possibile di andare a scuola”.

Un impegno per 33mila - In questo contesto di emergenza continua, Fondazione AVSI prosegue nelle sue iniziative di accoglienza messe in moto nel 2013 e sostenute dalla campagna #10forSyria e dalla collaborazione di donatori internazionali, come Unicef ed Echo. Un lavoro che ha permesso di coinvolgere oltre 14mila persone dal 2012 a oggi e che punta a raggiungere oltre 33mila beneficiari per la fine del 2014.

Scopri il piano di AVSI per i profughi siriani

 

GIORDANIA - Salvare una generazione

Quasi 600mila profughi siriani hanno trovato rifugio in Giordania, in campi gestiti dal governo e dalla comunità internazionale. In Giordania, come in Libano, AVSI è attiva in programmi di sostegno alle famiglie in fuga dal conflitto siriano, in particolare attività educative per ragazzi e di formazione professionale e produzione di artigianato locale affinché si creino attività generatrici di reddito che permettano il sostentamento delle comunità.

L'educazione prima di tutto - C'è l'emergenza umanitaria, quella di assicurare un tetto e del cibo a chi scappa dalla guerra. Ma c'è anche un'altra urgenza, quella di evitare che una generazione vada perduta. Che resti senza alcuna istruzione o non completi i cicli iniziati in patria.

Il bisogno di istruzione in Giordania

 

KENYA - Mezzo milione di profughi: il campo più grande al mondo

AVSI lavora sin dal 2009 nei campi profughi di Dadaab, in Kenya, uno dei campi più grandi al mondo con più di mezzo milione di persone accolte. Nel Maggio 2011 è esplosa quella che e' stata definita la più grande carestia degli ultimi 60 anni nel Corno Africa. Nell'arco di due mesi il numero di rifugiati a Dadaab è passato da 300,000 a quasi 460,000, con conseguenze devastanti per un campo non attrezzato per accogliere un numero così elevato di persone.

Circa il 77% delle persone ospitate a Daadab sono di origine somala, in fuga dal conflitto civile che sin dal 1991 affligge le loro terre", spiega Leo Capobianco, responsabile AVSI in Kenya. "Molti provengono da Etiopia, Congo, Kenya, ma i numeri potrebbero crescere ancora a causa della crisi del Sud Sudan, per cui si prevede l'arrivo di altri 25mila in cerca di un rifugio dalla guerra”.

Educazione per i giovani - L'impegno di AVSI si focalizza in ambito educativo, con iniziative volte a costruire e riabilitare le strutture scolastiche e occupandosi della formazione di insegnanti della scuola primaria. Dal 2012, AVSI porta avanti il progetto SERD (Support to Education for Refugees in Dadaab), realizzato in consorzio con altre ong attive nel supporto ai rifugiati, al fine di contribuire al rafforzamento delle attività educative per i giovani nei campi profughi di Dadaab.

Scopri il progetto per l'educazione dei rifugiati in Kenya

 

KAZAKHSTAN - Crocevia di migranti in Asia

A cavallo tra Europa e Asia il Kazakistan è il paese economicamente più sviluppato della zona e politicamente più stabile, pieno di risorse naturali attira molti rifugiati provenienti dai vicini paesi quali Asia Centrale, Afghanistan e Cina.

L'impegno per il costo della vita - L'accoglienza dei profughi si concentra a pochi chilometri dalla frontiera con il Kyrgyztan, nella zona di Almaty, crocevia per gran parte dei migranti dell'Asia centrale. E qui si concentra anche il lavoro di AVSI e MASP, che hanno all'attivo due progetti per aiutare i rifugiati ad affrontare numerosi problemi legati all'educazione per i più piccoli e al costo della vita per gli adulti.

Scopri il lavoro di AVSI e MASP in Kazakhstan

 

RD CONGO - Le conseguenze del conflitto civile

Mugunga3 è il nome del campo in RD Congo che ospita oltre 6mila profughi e in cui AVSI opera con progetti per garantire a tutti l'accesso scolastico. In quasi un anno di lavoro, il numero di studenti è triplicato e l'impatto positivo delle attività è stato trasmesso all'intera comunità.

Oltre 2.635 bambini inseriti nei programmi delle scuole intorno al campo di accoglienza di Mugunga 3, a quindici chilometri da Goma. Un incremento del 270% rispetto all'anno scolastico precedente, quando erano solo 981 gli studenti con accesso all'istruzione. Sono i risultati del programma di supporto alla popolazione, finanziato da Unicef e attuato da AVSI in RD Congo dal maggio 2013, quando flussi di rifugiati si sono riversati nell'area dai territori più colpiti dal conflitto civile congolese.

Scopri il lavoro nel campo profughi in RD Congo