Giordania. Accoglienza vuol dire anche giocare insieme (su un campo da calcio)

Data 03.08.2021

Per cinque giorni questo campo da calcio ad Aqaba è diventato un luogo speciale, d’inclusione e integrazione, che ha accolto 25 giovani coach, 50 bambini e le loro famiglie, di nazionalità giordana e siriana.

Dal 25 al 29 luglio, hanno partecipato a molte attività educative e ricreative incentrate sul mondo del calcio, con l’obiettivo di rafforzare i legami all’interno della comunità. Il tutto è stato realizzato grazie alla collaborazione con Associazione Italiana Calciatori (AIC) nell’ambito del progetto Mujtamai Amani, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) e implementato in partnership con Terre des Hommes.

I 25 aspiranti allenatori sono stati selezionati tra giovani giordani e siriani vulnerabili in cinque diverse zone della Giordania – Aqaba, Qweirah, Zarqa, Russeifa and Mafraq – per le loro abilità e per il loro interesse nel diventare allenatori junior. Il loro compito sarà quello di organizzare attività sportive per bambini e ragazzi in tutte le aree di intervento. Nel corso di queste giornate, hanno potuto contare sull’esperienza e sugli insegnamenti dei coach del Dipartimento Junior di AIC, che hanno alternato agli allenamenti sul campo le lezioni in classe.

La nostra filosofia va ben oltre vincere o perdere. La cosa più importante per noi è che tutti i presenti possano sviluppare le proprie capacità e il proprio talento. Essere una squadra è il risultato di un lungo percorso di crescita, e la vittoria in sé e per sé non è l’obiettivo finale del gioco”, spiega uno degli allenatori di AIC.

I futuri coach hanno avuto l’opportunità di imparare molto, non soltanto riguardo agli aspetti tecnici del gioco, ma anche allo sviluppo psicosociale dei bambini. Inoltre, hanno anche riflettuto e discusso sul ruolo che gioca la comunicazione nell’interagire con i bambini. Hanno sottolineato l’importanza di instaurare una relazione sana e di fiducia, in modo che i bambini possano sentirsi liberi di essere sé stessi senza temere di essere giudicati.

Per finire, gli aspiranti allenatori e i coach di AIC hanno preparato insieme diversi giochi con cui poi coinvolgere i bambini sul campo.

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I bambini invece hanno avuto modo di passare del tempo con le loro famiglie e con i loro coetanei, giocando insieme e imparando i fondamentali del calcio con dei giochi educativi. Queste attività avevano lo scopo di rafforzare le loro abilità fisiche e sociali.

“È stato uno dei giorni più belli della mia vita. È molto importante per noi mamme passare dei bei momenti con i nostri bambini, come è successo oggi”, dice Amal, 31 anni, che ha partecipato ad una delle attività con suo figlio Houssam. Giocando, ha riscoperto il suo bambino interiore.

Il progetto includeva anche un tour della città di Aqaba per i 25 giovani aspiranti allenatori, che hanno così potuto esplorare la zona e passare del tempo tutti insieme.

Inoltre, grazie alla collaborazione con la Special Economic Zone Authority (ASEZA) di Aqaba, il gruppo si è cimentato anche nella pulizia della spiaggia di Al-Ghandour. Oltre a renderla un posto più piacevole e sicuro per tutti, questa attività puntava a sensibilizzare sia i beneficiari che la comunità locale sull’importanza di mantenere puliti i luoghi pubblici e di prendersi cura dell’ambiente. Altre persone, vedendo i giovani raccogliere la spazzatura e pulire la spiaggia, hanno chiesto sacchi e guanti per potersi unire a loro.

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Lo scopo di queste iniziative è di aiutare le persone che vi hanno preso parte a sviluppare nuove capacità, in modo che possano diventare membri attivi della propria comunità e diventare gli agenti promotori di quel cambiamento che vorrebbero vedere nel mondo.