“Basta violenze in Siria” lo ha invocato il Papa all'Angelus il 12 febbraio 2012. Dal Pontefice è arrivato "un pressante appello a porre fine alla violenza e allo spargimento di sangue" in Siria. "Invito tutti e anzitutto le autorità politiche in Siria - ha scandito Benedetto XVI dopo la preghiera dell'Angelus - a privilegiare la via del dialogo, della riconciliazione e dell'impegno per la pace". Secondo il Papa, "è urgente rispondere alle legittime aspirazioni delle diverse componenti della Nazione, come pure agli auspici della comunità internazionale, preoccupata del bene comune dell'intera società e della Regione".
Condividendo le parole del Santo Padre, AVSI raccoglie l'appello del Custode di Terra Santa per l'emergenza in Siria:“In questi mesi di grande tensione – scrive Fra Pierbattista Pizzaballa - quando la Siria è dilaniata da scontri interni e il conflitto sembra assumere, sempre più, le caratteristiche di guerra civile, i francescani, insieme a pochi altri esponenti della chiesa latina, sono impegnati a sostenere i bisogni della popolazione cristiana locale. La Custodia è presente in diverse zone del Paese: Damasco, Aleppo, Lattakiah, Oronte. I dispensari medici dei conventi francescani, secondo la tradizione della Custodia, diventano luogo di rifugio e accoglienza per tutti, senza alcuna differenza fra etnie di Alawiti, Sunniti, Cristiani o ribelli e governativi. Stare con la gente, accogliere e assistere chi si trova nel bisogno, senza distinzione di razza, religione e nazionalità. Garantire, con fiduciosa presenza, il servizio religioso ai fedeli perché comprendano l'importanza di restare nel proprio Paese. Questo rimane il senso della missione francescana. In tempi non così dissimili da quelli in cui Francesco si rivolgeva ai frati esortandoli a mantenere saldi i valori del Vangelo. Nelle sue semplici esortazioni Francesco rifletteva la grazia ricevuta dal Signore e, nell'esperienza di vita quotidiana, testimoniava l'accoglienza della fede, come il bene più caro e prezioso da coltivare e rinvigorire.”
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