Dove ci serve il Commissario: lettera di Giampaolo Silvestri a La Repubblica

Data 24.08.2019

Caro direttore, sono giorni in cui il nostro Paese appare bloccato in una palude che spinge a tenere lo sguardo basso, mentre quasi sbiadiscono le opportunità e gli asset che abbiamo.

Proprio per questo è il momento di optare per uno scatto, per ricordare con orgoglio la posizione dell'Italia in Europa e nelle relazioni internazionali, quindi per allargare l'orizzonte e avanzare proposte ardite. L'Italia è chiamata a proporre il nome di un commissario da inserire nella nuova Commissione e possiamo farlo scombinando le carte sul tavolo, capovolgendo questioni spinose e divisive - basti pensare alle migrazioni - e trasformandole in passi in avanti per tutti. Come ha scritto anche Vita qualche settimana fa, potremmo puntare su un commissario italiano con un portafoglio nuovo che metta in relazione e sappia "cucire" gli interessi italiani e quelli europei in tre ambiti: cooperazione, aiuto umanitario e migrazioni.

La nostra idea è proporre il nome di un commissario che abbia il portafoglio della cooperazione allo sviluppo (che fa riferimento alla direzione generale della Commissione Europea Devco) e dell'aiuto umanitario (oggi riferito Echo), ma che a queste competenze possa anche affiancare le migrazioni (che attualmente sono riferite alla Direzione Generale Home). In questo modo il commissario avrebbe una visione completa e organica su tutto le spettro di queste tematiche che non possono essere affrontate separatamente in quanto inevitabilmente interconnesse.

Il tema migrazioni - che con tutte le implicazioni pratiche nella vita quotidiana delle persone, a ogni scadenza elettorale ha manifestato una straordinaria capacità divisiva in tutta l'Unione Europea - deve essere affrontato con un piano di lungo periodo, che abbandoni ogni approccio puramente emergenziale, tenga nella giusta considerazione sia i diritti dei migranti sia il bisogno di protezione e sicurezza delle comunità ospitanti e metta in rete interventi a casa nostra e nei paesi di emigrazione. Cioè ogni azione deve costruirsi su tutta la filiera, per così dire, quindi integrare azioni diverse, dal pianerottolo del nostro condominio fino ai progetti della cooperazione internazionale all'estero.

Chi più dell'Italia nella Ue subisce gli impatti della migrazione dall'Africa? Chi quindi più dell'Italia sarebbe giusto si assumesse fino in fondo il compito di governare questa materia? Un commissario italiano con le competenze suggerite potrebbe contare su un portafoglio di quasi 100 miliardi di euro in cinque anni e soprattutto avere la leadership per l'elaborazione delle nuove politiche sulle migrazioni a livello europeo, come anche della riforma del regolamento di Dublino

Cooperazione, aiuto umanitario e migrazioni: ecco la carta che l`Italia può giocare nella Ue Per ritrovare una leadership

Questo permetterebbe inoltre al nostro Paese di assumere la leadership degli strumenti di cooperazione a livello europeo, sia quelli classici sia quelli nuovi in definizione, come il Piano europeo di investimenti, che punta a favorire il ruolo delle imprese. In sintesi un passo così significherebbe trasformare la condizione geografica dell'Italia, piattaforma verso l'Africa, in un ruolo di leadership politica con impatto positivo per la nostra economia.