
David è uno dei 400mila orfani del genocidio ruandese, senza i genitori dall'età di un anno. Oggi ha 22 anni, una laurea e gestisce un negozio nel suo paese natale. Un epilogo insperato, reso possibile dal programma di sostegno a distanza di AVSI in Ruanda. E dalla grande generosità di un'azienda italiana che negli anni ha sostenuto oltre 330 bambini.
David è nato in Ruanda nel 1994, anno in cui nel suo paese si consumò uno dei più terribili episodi di genocidio che la storia ricordi. Gli squadroni della morte si scagliarono con violenza cieca sulla popolazione, lasciando dietro di sè centinaia di migliaia di morti in poche settimane. Un dramma che lasciò una cicatrice profonda sul futuro del Ruanda. E su quello di David: un giovane imprenditore ruandese che non aveva neppure un anno quando perse entrambi i genitori.
Oggi David ti guarda sorridente nel suo vestito nero e con sempre al collo una cravatta, gli affari vanno bene e ha in mente tanti progetti per migliorare la sua piccola attività. «I miei primi anni di vita, però, non furono così felici – racconta David – I miei tre fratelli si presero cura di me, con grande amore e impegno. Vivevamo grazie all'aiuto dei nostri vicini, ma non avevamo i soldi per mangiare ogni giorno. Mi ammalavo spesso e riuscivo ad andare a scuola solo una volta ogni tanto».
La svolta per David arrivò in quarta elementare, quando incontrò AVSI. Gli insegnanti di David segnalarono il caso agli assistenti sociali che fecero entrare David nel programma di sostegno a distanza. Da allora, potè curarsi, frequentare le lezioni e sperare finalmente una vita migliore e dignitosa, nonostante i terribili giorni del genocidio.