Dal Messico: Accanto alle famiglie per aiutarle a vincere la povertà

Data 19.02.2016
Papa

Da Avvenire

Una visita che alscerà segni indelebili. Rossana Stanchi, medievalista da diciannove anni "adottata" dal Messico, è responsabile della Fondazione AVSI nel paese che ospita la visita del Papa.

"Quando ha ricordato la grandezza del Messico come popolo, come storia - spiega - ha di fatto chiamato tutti a una maggior assunzione di reponsabilità nei confronti della propria terra". Una realtà, quella messicana che ,vista dal field, dal campo, come usano dire i cooperanti, si presenta con tratti drammatici, ma anche di grande speranza.

"Il nostro lavoro - aggiunge Stanchi - ci permette di avvicinare la popolazione locale da una prospettiva particolare: abbiamo rapporti con i sindacati, le istituzioni, il governo, le imprese italiane e locali, con le università e gli istituti di ricerca, con gli indios...Tutte realtà che tra di loro spesso non sono in rapporto, che storicamente operano separatamente. Noi fungiamo da ponte, da cinghia di trasmissione. Come fattore esterno alle polarizzazioni locali, grazie ad una sorta di credito positivo, nel concreto possiamo dimostrare che invece è possibile lavorare insieme".

Quali progetti avete, quale il vostro obiettivo ultimo?
I progetti di AVSI si svolgono sopratutto nel campo socio-educativo, sono rivolti ai bambini e mamme: per esempio interventi di educazione alimentare in situazione di povertà sia rurale che urbana. Il nostro è un approccio familiare: attraverso i bambini riusciamo ad arrivare alle mamme, alle famiglie intere, partendo da un bisogno concreto e immediato, come mangiare bene. In Messico sono 50 milioni i poveri su 120 milioni di abitanti, quindi la questione alimentare è come la porta d'accesso ad una promozione dell'educazione della persona intesa in senso largo, completo, non ridotto a degli aspetti esclusivi. Poi lavoriamo sulla formazione di educatori, di chiunque abbia una responsabilità educativa (insegnanti, catechisti, animatori...) con un progetto tra l'altro cofinanziato dalla Cei. Operiamo in questo ambito in particolare nello Stato di Oaxaca, uno dei più difficili, tra i 32 Stati. Attraverso questo processo speriamo di poter spingere una più attiva partecipazione della società civile nelle politiche educative pubbliche. Perchè docenti e genitori diventino protagonisti. Senza dimenticare - prosegue la responsabile AVSI in Messico - che creiamo occasioni di affondi culturali, come una mostra sugli affreschi di Lorenzetti di Siena sul Buon Governo: anche attraverso l'arte si può favorire quella coesione sociale di cui si sente molto il bisogno nel Paese.

Il Papa ha invitato i vescovi a non lasciar cadere la responsabilità che hanno dalla storia.
Con gli indigeni ha messo sotto i riflettori l'importanza di ogni singola persona, questione enorme in una società che tende alla cultura dello scarto. A tutti ha rivolto una parola : nessuno può rimanere escluso dal bene e dai beni, nessuno. Quando ha richiamato che il popolo messicano ha una madre, che non è un orfano, ha messo in moto un orgoglio che ha una carica dirompente, una straordinaria capacità generatrice di sviluppo nel senso più umano. Ha confermato che il Messico ha un compito grande come l'indio Juan Diego, che non sis entiva all'altezza. Eppure è stato inviato a costruire grandi cose.