Costa d’Avorio. Un progetto per dire no alle mutilazioni genitali femminili

Data 06.05.2019

“Rompiamo il silenzio, diciamo di no all’infibulazione” è lo slogan che accompagna la campagna di sensibilizzazione contro le mutilazioni genitali femminili che mira a raggiungere 500 mila persone entro la fine del 2020.

Nonostante la costituzione ivoriana ne vieti la pratica, in Costa d’Avorio due donne su cinque sono vittime di mutilazioni genitali, mentre nelle regioni a nord e a ovest del paese il fenomeno interessa quasi l’80% delle donne.

Il progetto, cofinanziato dall’Unione Europea e sostenuto dal Ministero della famiglia, della donna e dei minori, sarà gestito da AVSI e dal partner locale Fondation Djigui nelle 6 regioni ivoriane in cui la pratica è più diffusa (Kabadougou, Folon, Cavally, Guémon, Tonkpi e Bafing).

L’iniziativa mira a informare e sensibilizzare sul tema delle mutilazioni genitali, per far comprendere le conseguenze di questa pratica, in particolare sulla salute materna e infantile. Fondamentale sarà il ruolo della società civile nell’accompagnamento psicologico, giuridico, medico ed economico di 500 donne e ragazze che hanno subito questa pratica.

L’azione trasversale tocca anche i temi dell’uguaglianza di genere e dei diritti dell’uomo, promuovendo uno sviluppo sociale inclusivo. Il rafforzamento di dieci organizzazioni della società civile e di otto piattaforme contro la violenza di genere non è solo alla base della lotta contro le mutilazioni genitali, ma contribuisce anche a contrastare le tradizioni che ostacolano la parità di genere.

Ascolta l'intervista sul progetto di Lorenzo Manzoni, responsabile AVSI in Costa d'Avorio, sul canale tv RTI dal minuto 5.30