Da Goma la testimonianza di Gabriele Gardenal, Operation Manager AVSI, sulla situazione dopo l'entrata dei ribelli in città.
Venerdì 23 novembre
In Sud Kivu la giornata inizia alle 6 svegliati da una telefonata del capo della sicurezza. 17 persone ora stanno ancora realizzando attività sul terreno, con la presenza di un gruppo armato in zona e la popolazione che chiede loro di continuare le attività. L'equipe è evidentemente spaventata ma continua le attività, abbiamo loro inviato un supporto (il responsabile sicurezza), le altre equipe stanno rientrando.
In Nord Kivu abbiamo evacuato parte di un'equipe, altri si sono rifugiate in una base UN. Ora i militari stanno preparando una controffensiva verso Sake, l'avamposto dei ribelli. Non è chiaro lo scenario forse respingeranno i ribelli verso Goma e il Nord o forse no.
Goma resta calma, le banche e la maggior parte dei negozi chiusi. Si temono saccheggi o altro.
Il cuore di tutto i dipendenti AVSI già espatriati è vicino ai dipendenti locali "molto di più che colleghi".
Mercoledì 21 novembre
Goma si sveglia questa mattina sotto una calma apparente. La gente torna in strada dopo la guerra, ci sono ancora cadaveri da raccogliere sulla strada principale. La gente sta cercando di capire la situazione. Ieri prima dell'ultimo attacco alla città la maggior parte dei dipendenti AVSI si è presentata in ufficio, un'equipe ha anche fatto una visita ai campi di sfollati a Mugunga 1,3, Lac Verd e Bulengo.
Le stime aggiornate alle ore 8 del giorno 19 novembre sono di 12.000 nuove famiglie scappate da Kanyaruchinya, campo dove si sono svolti molti combattimenti. Molta gente è ancora a Goma. Molta gente è scappata anche in Rwanda.
Ieri si vedevano colonne di persone sulla strada da Gisenyi, confine tra Congo e Rwanda, verso Kigali.