Campagna delle Tende: Un pezzo di mondo cambiato tra Vernasca e Redecesio per AVSI

Data 15.02.2012

RedecesioIl Club Papillon della Martesana aveva organizzato per domenica 5 febbraio un pranzo a Redecesio, Milano, a sostegno della Campagna delle Tende di AVSI. Protagonisti della tradizionale degustazione i prodotti piacentini selezionati dagli amici di Vernasca, Piacenza, in arrivo all'alba alla parrocchia S.Maria del Rosario, dove si sarebbe tenuto il pranzo.

La notte ha portato però freddo e gelo, ghiaccio e neve, rendendo le strade dell'Appennino piacentino impraticabili per il don, i cuochi e le cuoche, in viaggio per raggiungere gli amici all'appuntamento nel milanese. Queste rigide condizioni non hanno fermato tuttavia il loro desiderio di dar vita al pranzo, che sanno essere un importante e significativo gesto di gratuità a favore dei progetti di AVSI nel mondo e delle popolazioni che la Fondazione sostiene.

Maurizio ha partecipato al pranzo e ci ha raccontato il significato della giornata passata insieme per AVSI.

Redecesio 1“Metti che gli attesissimi protagonisti del pranzo pro-AVSI del club Papillon della Martesana - viveri e cuochi e cuoche e il don che li guida anime e gola -  debbano scendere all'alba domenicale di un 5 febbraio dall'Appennino piacentino per tortuose e irte stradette di ghiaccio e neve, sin giù, all'appuntamento, nel milanese, parrocchia di Redecesio con uso di cucina. Metti che al pranzo siano iscritte 150 persone, paganti s'intende. E metti che nella rigida notte tra il sabato e la festa quelle stradette diventino impraticabili, soprattutto per il grosso furgone zeppo del ben di Dio di queste terre, pancetta, e coppa, e lardo, e impasto da far gnocco fritto nell'olio bollente, e formaggi dei casolari, e crostate, e vino bianco Ortrugo, e quel rosso, generoso Gutturnio, miracoloso abbraccio di Barbera e Bonarda, destinati a far del bene al gusto dei commensali paganti e allo sviluppo delle opere dei volontari nel mondo.  

 

Redecesio 4Metti tutto questo: e chiaro che non si può correre il rischio di dover dare  forfait, nemmeno per cause di forza maggiore. E allora, ecco: don Giancarlo da Vernasca e i suoi conducono il furgonato un bel po' di chilometri giù verso il piano, il sabato pomeriggio antecedente, risalgono alla base con altri mezzi per la notte, si rimettono in marcia la domenica all'alba, ridiscendendo a recuperare su strade più praticabili il furgone imbottito e... non mancano l'appuntamento.

 

 

Redecesio 3Bella gente, questa è testimonianza inequivoca di un io gioioso che si lascia muovere dall'Avvenimento di Cristo.

 

Metti poi che la parrocchia sita in Redecesio conceda occupazione e uso di cucina – una splendida cucina per comunità – come pure occupazione e uso del comodo illuminato insonorizzato e soprattutto riscaldato salone da pranzo.

 

Metti che non ci sia verso, per decisione del reggente parroco don Beppe Vergani, di far accettare nemmeno un euro di rimborso spese.

Trattasi ancora, bella gente,  di testimonianza d'un gioioso io mosso dall'Avvenimento.

 

Redecesio 2Metti, ancora, che un medico 13 volte padre (!) (Omero Grava, medico in Haiti con AVSI, ndr), racconti ai 150 commensali paganti in che modo s'è preso gratuitamente cura di altri numerosi "figli" (quasi non ne avesse abbastanza), e di come questi ultimi siano tostissimi da seguire e salvare e curare e educare perché sono i figli del devasto senza fine di Haiti.

 

Metti insomma che ti si imponga da tutto questo l'evidenza che Uno ha avuto pietà del nostro niente,  e ciò basta e avanza a dar ragione di tutto. Ecco, bella gente. Accade. Mentre la colonnina del mercurio precipita, sovrabbonda il calore della Grazia. In un pezzo di mondo cambiato, con uso di cucina, un 5 febbraio a puntaspilli, tra Vernasca e Redecesio.

 Maurizio