Bambini e giovani vittime dei conflitti armati: da dove ricominciare?

Data 03.10.2013
AVSI2

Bambini e giovani vittime dei conflitti armati: da dove ricominciare? è il titolo della conferenza internazionale tenutasi a Kampala in Uganda dal 25 al 27 settembre. Dopo il grande successo avuto dalla conferenza di  Bruxelles nel 2009, questo nuovo incontro sulla riabilitazione e processi di reinserimento per i bambini e i giovani colpiti da guerre e conflitti armati ha voluto porre una particolare attenzione sul tema del futuro.

Presenti alla conferenza anche Joyce Laker, assistente sociale e psicologo dell'ufficio AVSI a Gulu, che lavora presso il Regional Orthopaedic Workshop/Rehabilitation Center, e Femke Bannink - Mbazzi, consulente per il settore salute, prevenzione HIV/AIDS e programmi di disabilità.
Joyce e Femke hanno presentato i risultati e le lezioni apprese grazie ai programmi che AVSI rivolge ai bambini con disabilità in nord Uganda, hanno sottolineato soprattutto la necessità di includere i bambini con disabilità nei programmi di riabilitazione per i bambini vittime dei conflitti armati, a prescindere della causa di disabilità, e di investire in interventi per le famiglia e le comunità per migliorare l'inclusione sociale.

Anche se esistono già molti studi e ricerche sull'argomento, è importante continuare a condividere le informazioni e porsi domande sul tema: come i processi di transizione dai centri di riabilitazione alle comunità possono essere sviluppati nel modo più appropriato e dignitoso per la persona? Come si può passare da logiche di interventi mirati a rispondere a crisi umanitarie a veri e propri aiuti per lo sviluppo? Come possono i bambini, le famiglie e le comunità partecipare e rispondere attivamente ad aiuti umanitari e di sviluppo? Come si possiamo affrontare i processi di stigmatizzazione e di esclusione?

Molte di queste tematiche non possono essere affrontate da prospettive unilaterali. Questa conferenza, organizzata dal Center for Children in Vulnerable Situations e dal War Child Holland, in collaborazione con le università belghe, ha voluto infatti includere diversi approcci disciplinari come: la psicologia clinica, il lavoro sociale,  i diritti umani, le scienze pedagogiche, l'educazione, la sanità e l'international advocacy. Questo approccio multidisciplinare ha consentito la massimizzazione dell'apprendimento e ha aiutato i partecipanti ad individuare strade diverse al di fuori della propria disciplina creando un'importante occasione per discutere di esperienze, sfide e successi e ampliare le possibilità di collaborazione tra i vari ambiti di ricerca.

www.kampala2013