7 intensi giorni di incontri per la "AVSI community" questo è stato il Meeting di Rimini, lo raccontiamo attraverso le interviste e i servizi della settimana.
Continua ad aiutarci abbiamo bisogno di sostenitori a distanza per i bambini del nuovo asilo aperto ad Erbil per i profughi iracheni, attiva ora un sostegno a distanza in Iraq.
AVSI ringrazia Mistral Tour partner “storico” della Fondazione per il grande e concreto aiuto nella realizzazione dello stand!
Rassegna Stampa
A Radio Vaticana il racconto di G.Fiordi dall'Iraq
A Radio Maria testimonianze dall'Iraq, Uganda e Burundi
AVVENIRE. Educazione e formazione, AVSI investe sul futuro
Zenit.org A 28 anni faccio il cooperante in Iraq
Zenit.org Sono stato aiutato, ora voglio aiutare il mio paese
RADIO PACE. Testimonianza di Elie dal Burundi
RADIO PACE. AVSI in Iraq in aiuto dei tanti profughi
RADIO PACE. AVSI in Sud Sudan per l'educazione
Quotidiano Meeting. Speranze dall'Iraq
IL RACCONTO DELLA SECONDA GIORNATA SU TV2000IL RACCONTO DELLA PRIMA GIORNATA SU TV2000UN'AVVENTURA COINVOLGENTE, LA VOCE DI UN POPOLO. IL RACCONTO DI MARIA RICCI A TV2000IL RACCONTO DI GIACOMO FIORDI COOPERANTE IN IRAQ A TV2000IL RACCONTO DI FRANCESCA OLIVA COOPERANTE IN UGANDA A TV2000IL RACCONTO DI MARIA GAUDENZI COOPERANTE IN SUD SUDAN A TV2000Il racconto di Giacomo Fiordi in Iraq vicino ai profughi cristiani a TvMeetingIl racconto di Elie dalle periferie di Bujumbura all'Università a TvMeetingScarica il Buone Notizie Agosto 2015
Guarda il programma completo del Meeting2015
Le opere di AVSI in 23 paesi, il valore della bellezza nel tempo
La bellezza come criterio di sviluppo tra le periferie del mondo di Papa Francesco, un valore che abbiamo cercato di trasmettere ai visitatori della scorsa edizione del Meeting di Rimini, con la mostra Generare Bellezza. Quest'anno, presso lo stand di AVSI, presenteremo i luoghi e i modi in cui proviamo a riprodurre questo valore così decisivo, in tutto il mondo, ogni giorno, negli anni.
Sorte da piccoli semi, oggi sono tante realtà che pazientemente, lontano dai riflettori, offrono servizi alle persone che sono nel bisogno. “Donare è anzitutto donare la propria persona” ha detto Papa Francesco in Ecuador. In quelle opere c'è un po' di ogni persona che ha donato.
Emergenza profughi in Iraq e Siria. Al fianco di chi ha perso tutto
La guerra in Siria e in Iraq crea nuovi e terribili scenari per le popolazioni in Medio Oriente. Migliaia di persone costrette a fuggire in cerca di luoghi sicuri per sé e la propria famiglia. Gran parte di chi scappa, cerca rifugio in Libano – sono soprattutto siriani - e nel nord dell'Iraq, in Kurdistan, dove sono giunti i membri delle minoranze perseguitate: cristiani, yazidi, musulmani sciiti.
In questo contesto di scontro tra civiltà, Fondazione AVSI ha scelto di schierarsi dalla parte di chi ha perso tutto, a prescindere dall'appartenenza religiosa o etnica, per dare un sostegno a quanti si trovano costretti a ricominciare e hanno perso ogni speranza di ritornare a casa.
“Vite cambiate dagli orrori della guerra, interrotte e costrette a ricominciare. Senza la sicurezza di un tetto sulla testa, di cibo e di istruzione per i propri figli. Questo vuol dire essere profughi, non avere niente di normale, bello e familiare”, ci racconta Marco Perini dal Libano, dove AVSI è in prima fila per garantire l'educazione dei più giovani, nel campo di Marj El Kok. Perché oggi, ormai a 4 anni dallo scoppio della guerra in Siria, oltre all'emergenza umanitaria, c'è anche un'altra urgenza: quella di evitare che una generazione vada perduta, che resti senza alcuna istruzione o non completi i cicli scolastici iniziati in patria.
L'intervento di AVSI in Iraq è nato esattamente un anno fa, proprio da un palco del Meeting di Rimini, dove il vescovo di Baghdad, Monsignor Warduni, ha lanciato un appello che non poteva rimanere inascoltato. Da allora, AVSI si è attivata insieme con Caritas Iraq e Patriarcato Caldeo per portare aiuto e primo soccorso a chi arriva a Erbil. Le famiglie sono state messe al riparo in alcune abitazioni. La garanzia di avere un tetto sulla testa ha permesso ai primi sfollati di potersi concentrare fin da subito sulla ricerca di un lavoro, con la speranza di poter lentamente ricominciare a mantenersi da soli e riguadagnare così una dignità umana, apparentemente sepolta dalla violenza e dall'odio.
Cosa facciamo in Iraq
Cosa facciamo per la Siria