Adozioni internazionali: AVSI aderisce al protocollo regionale piemontese in favore delle aspiranti famiglie adottive

Data 27.03.2020

Dal 26 marzo 2020 e per il triennio 2020-22 Fondazione AVSI farà parte del protocollo regionale piemontese in favore delle aspiranti famiglie adottive.

Si tratta di percorsi formativi gratuiti volti alla preparazione delle famiglie piemontesi che intendono prestare la propria disponibilità ad adottare un bambino. Il protocollo vede i servizi piemontesi collaborare con 9 enti autorizzati per le adozioni internazionali, nella stesura di un percorso che possa accompagnare, sostenere e formare queste famiglie.

La realtà dei protocolli regionali in Italia è molto diversificata, ma le regioni che sono riuscite a definire e avviare un simile protocollo hanno documentato un impatto positivo sulla preparazione delle aspiranti famiglie adottive e sulle possibilità per un bambino in stato di abbandono di essere accolto in una famiglia. Una famiglia preparata e accompagnata sarà una risorsa migliore per il futuro figlio, saprà affrontare meglio le sfide che incontrerà.

La collaborazione tra servizi territoriali ed enti autorizzati è fondamentale per offrire a queste famiglie un quadro completa dell’adozione internazionale. I servizi sociali sono una grande risorsa per quanto riguarda il territorio, nei rapporti con la scuola, nell’accesso ai servizi sanitari, educativi ecc. Gli enti autorizzati offrono la conoscenza dei contesti dei 50 i paesi di origine dei bambini adottivi che arrivano in Italia e non può essere delegata ai servizi sociali. In quest’ottica di complementarietà la collaborazione tra enti autorizzati e servizio territoriali diventa fondamentale nella formazione delle aspiranti famiglie adottive.

Fondazione AVSI aderisce a due protocolli regionali, Piemonte ed Emilia Romagna, intervenendo nella prima fase del percorso adottive delle famiglie, quando cioè le famiglie si affacciano all’adozione internazionale, con curiosità, interesse e timore. È quindi centrale la funzione dell’ente, incaricato di essere esaustivo, realistico ma anche positivo rispetto alla possibilità di diventare genitori di un bambino nato in un altro paese. L’informativa dell’ente non deve essere illusoria o poco aderente alla realtà, ma in grado di fornire alle famiglie la giusta dose di consapevolezza e speranza, necessarie per intraprendere un percorso come quello dell’adozione internazionale.