Con la ripartenza del Paese, nessuno deve essere lasciato indietro: con una donazione continuativa (anche piccola) è possibile contribuire ai bisogni quotidiani di una famiglia, come quelle sostenute dal Banco di Solidarietà di Cesena.
“La cosa importante è non avere il virus nella testa. Intendo che non bisogna sottovalutarne la pericolosità, ma neanche viverlo con una paura paralizzante”: Augusto Biasini, ex primario di terapia intensiva pediatrica e neonatale, è volontario presso il Banco di Solidarietà di Cesena da due anni e con l’inizio della pandemia è divenuto sempre più attivo. Nel ripercorrere i mesi trascorsi, li descrive come intensi, ma di aiuto anche per lui, che ha riscoperto un modo per rendersi utile stando vicino per come possibile alle persone nei periodi di lockdown... Da pensionato ha scoperto un modo di “restituire alla società” quello che ha ricevuto.
Non si limita a consegnare beni di prima necessità alle famiglie che segue, ma cerca anche di sensibilizzarle a una corretta alimentazione. Ha potuto infatti stabilire un rapporto molto personale perché a ogni volontario viene assegnato un numero contenuto di persone, da assistere in modo continuativo. In questo modo si viene a creare una relazione di fiducia e familiarità.
Questo fa sì che i volontari vengano a sapere di necessità particolari dei propri assistiti, e così possono aiutare il Banco stesso a identificare persone che hanno bisogno effettivo di aiuto e possono beneficiare di determinate iniziative, come è successo a Sabrina Alvino. Grazie al progetto Tende "Italia. Accanto a chi ha bisogno" e anche al sostegno di Intesa Sanpaolo all’iniziativa “Un network per ripartire”, AVSI sostiene le attività del Banco fornendo contributi non soltanto per la distribuzione dei beni di prima necessità, ma anche ad esempio per l’inserimento dei beneficiari in corsi di formazione.
Il volontario Augusto Biasini nel magazzino del Banco di Solidarietà di Cesena (Foto di Aldo Gianfrate)
Al Banco di Solidarietà di Cesena contribuiscono un centinaio di volontari, che seguono circa quattrocento persone: numeri importanti, cresciuti a causa della crisi economica dovuta alla pandemia.
“Con la pandemia, il numero delle persone che sosteniamo è aumentato del 20, 25%”, spiega Alessio Bonaldo, presidente dell’associazione, “È cambiata la tipologia di persone che cercano il nostro aiuto: famiglie di artigiani, di persone in cassa integrazione, che faticano ad avere il denaro per pagare le utenze o la benzina per potersi spostare per il lavoro, quando possibile.”
Il primo lockdown è stato un duro colpo anche per tutto il Banco, che temeva di dover bloccare completamente le attività. Invece ha cambiato modalità e si è trasformato in un “drive-through”, in modo che i volontari potessero ritirare e consegnare i beni muovendosi in auto, quindi in sicurezza.
Augusto Biasini mentre prepara i beni per una delle famiglie che assiste (Foto di Aldo Gianfrate)
Nonostante le difficoltà c’è sempre tanta voglia di ripartire: la miglior ricompensa è vedere le famiglie assistite arrivare a non avere più bisogno di aiuto, e diventare in alcuni casi loro stesse volontarie. Perché alla fin fine, come raccontano Augusto e Alessio, “la pandemia ci ha dimostrato più che mai, che sono le persone a fare la differenza”.
Il Banco di Solidarietà di Cesena fa parte della rete di associazioni locali con cui AVSI collabora nell’ambito del progetto Tende "Italia. Accanto a chi ha bisogno" per poter garantire sostegno alle famiglie più colpite nel loro quotidiano dalla crisi causata dalla pandemia.