L'intervento di Andrea Bianchessi, regional manger di Kenya, Burundi e Rwanda, in occasione della celebrazione dei 30 anni di lavoro di AVSI in Kenya.
Occorre riconoscere che non stiamo vivendo solo in un'epoca di cambiamenti, ma si tratta di un vero e proprio cambiamento epocale, come Papa Francesco realisticamente riconosce: siamo chiamati a capire quali siano le problematiche emergenti cui far fronte qui in Kenya. Le sfide che partono dai movimenti dei rifugiati e dei migranti; la radicalizzazione e gli attacchi terroristici; l'instabilità politica in Africa centrale e orientale che porta a nuove o prolungate crisi, come in Somalia, Sud Sudan e Burundi; gli alti tassi di disoccupazione giovanile; la vertiginosa crescita delle città; la carenza di servizi di base in molte aree del paese come negli slum e nelle zone rurali, tra cui la mancanza di elettricità che ostacola lo sviluppo di piccole e medie attività.
Aggiungo inoltre i temi trattati da Papa Francesco durante la sua visita in Kenya lo scorso anno, che rappresentano delle sfide: il tribalismo, la corruzione, la devastazione ambientale e ancora una volta la radicalizzazione. D'altra parte il Kenya sembra avere molte opportunità di crescita: segni di un nuovo sviluppo economico; la costruzione d'infrastrutture stradali e ferroviarie; un'interconnessione sempre più profonda con l'economia globale; l'uso sempre più diffuso dei telefoni cellulari; capitale sociale espresso da molti SACCO (cooperative di credito e risparmio); la leadership del Kenya nella regione dell'Africa Orientale e Nairobi che è diventata un centro regionale e internazionale per alcune delle più importanti agenzie delle Nazioni Unite.
Di fronte alle sfide, abbiamo definito alcuni punti per lo sviluppo della presenza di AVSI in Kenya per i prossimi anni, in collaborazione con tutti voi:
1. Settori
- EDUCAZIONE: sostenere i bambini che non frequentano la scuola (sono ancora 2 milioni in Kenya e circa la metà di essi vivono all'interno dei campi profughi); migliorare l'accesso a un'istruzione di qualità attraverso la formazione degli insegnanti; rafforzare le capacità di sostenibilità per i partner come la scuola o CBO o organizzazioni non governative; ricerca di collaborazione con aziende, fondazioni e opportunità di decentramento (credo fortemente che molte aziende potrebbero sostenere le scuole di questo tipo, come d'altronde alcune stanno già facendo); implementare il programma di anti-radicalizzazione a scuola in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione.
- OPPORTUNITÀ LAVORATIVE: aumentare la collaborazione tra VTI (Corsi Professionali) e imprese in modo da offrire corsi di qualità orientati al mercato del lavoro professionale; promozione di stage e Dual Training (il più grande problema dei corsi professionali è quello di non essere connessi ai bisogni reali del mercato del lavoro, creando così grandi difficoltà agli studenti che si affacciano sul mondo del lavoro); rafforzamento economico delle famiglie grazie allo sviluppo di piccole imprese nel settore agroalimentare.
- TUTELA DELL'INFANZIA: proseguire con i programmi di supporto ai bambini orfani e vulnerabili, sia con l'azione diretta degli educatori AVSI, che tramite i partners; valorizzare le conoscenze di AVSI sul “Graduation model” che è un ottimo strumento per misurare e monitorare il livello di vulnerabilità e permette così di proporre una serie d'interventi focalizzati sulla capacità di Capacity building e responsabilizzazione, questo modello viene dalla nostra esperienza in Uganda ed è stato considerato da USAID “The Best Practice.”
- EMERGENZA: proseguire con i progetti nel campo profughi Daadab per migliorare nel complesso la qualità dell'istruzione tramite le attività di formazione degli insegnanti e attività della tutela dei diritti; la formazione degli insegnanti è una questione fondamentale anche in relazione al rimpatrio volontario in Somalia, quindi vogliamo aumentare il riconoscimento della formazione nei campi rifugiati a Daadab in Somalia tramite un accordo tra il Kenya e il Ministero dell'Istruzione somalo.
2. Le aree geografiche:
- Prima di tutto vogliamo continuare a migliorare sempre di più nelle zone in cui siamo già presenti, ma siamo anche aperti ad esplorare nuove opportunità, portando la nostra esperienza in altre regioni del Kenya. Siamo sempre pronti ad accogliere le proposte da parte dei nostri partner; in particolare vorremmo portare la nostra esperienza in materia di istruzione, formazione professionale e di tutela dei diritti nel campo profughi di Kakuma e in un nuovo insediamento in Kalobeyei nella contea del Turkana, dove portiamo la nostra esperienza in progetti di sviluppo per trovare soluzioni sostenibili.
- Vorremmo espandere sempre di più le nostre attività nella comunità attorno al campo profughi di Daadab.
- Infine, vorremmo andare all'estero: in particolare operare nel centro-sud della Somalia, che è l'area da dove provengono la maggior parte dei rifugiati residenti a Daadab, portando la nostra esperienza in materia di istruzione e formazione professionale.
3. Come faremo a raggiungere questi obiettivi?
- Partnership:
Rafforzare il rapporto con tutti i nostri partner, con tutte le persone presenti qui oggi; dobbiamo adottare un approccio collaborativo dove ogni soggetto contribuisca con le proprie conoscenze, competenze, network e risorse finanziarie;
Ci piacerebbe continuare la collaborazione con i nostri partner, con persone come Joakim, Anthony, Cyprian, Patrick e tutti gli altri che non hanno avuto la possibilità di condividere la loro esperienza con noi oggi;
- Vorremmo esplorare nuove collaborazioni con il settore privato: abbiamo già una certa esperienza in questo tipo di collaborazioni. Ad esempio, nel mese di settembre abbiamo iniziato un progetto di elettrificazione della zona rurale della contea di Meru in collaborazione con la compagnia Absolute Energy, il nostro ruolo è quello di promuovere il rapporto con la comunità e dare la possibilità di iniziare piccoli business grazie all'installazione dell'energia elettrica. Abbiamo attuato anche il Dual Training (corsi professionali studio-lavoro in aziende) che sono iniziati nel mese di agosto con la collaborazione tra St. Kizito e Simba Foundation. Infine, abbiamo alcuni progetti nel settore del Corporate Social Responsibility.
- Last Mile. Vogliamo continuare ad essere un'organizzazione da “ultimo miglio” , in grado di raggiungere le persone più vulnerabili, sia direttamente sia attraverso i nostri partner (CBO, ONG, ecc.) ed essere in grado di dare opportunità a persone come Anthony, Patrick e Terry.
Infine, vorremmo essere adulti con i nostri 30 anni, ma allo stesso tempo rimanere sempre giovani: essere in grado di riconoscere il cambiamento epocale e affrontarlo senza preoccupazioni, guardando ai problemi non come ostacoli, ma come sfide da affrontare.
Thanks, asanteni sana, grazie!