In occasione dell'Anno Internazionale dell'Acqua e della Giornata Mondiale a essa dedicata, che si celebra il 22 marzo, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 per sensibilizzare alla promozione di un uso consapevole della risorsa maggiore e più importante per gli esseri umani, AVSI racconta le storie di persone incontrate e coinvolte nei progetti nei diversi paesi del mondo che hanno riscoperto l'acqua come veicolo di educazione e possibilità di crescita.
Eduar Segura Cabrera ha 28 anni, è infermiere e vive nella Comunità Milagro a Santa Rosa, situata a 2 ore dalla città di Bagua Grande, capitale della provincia di Utcubamba in Perù nella regione Amazonas, dove la sua famiglia coltiva 9 ettari di caffè.
La sua partecipazione ai corsi delle “scuole sul campo” (ECAS) realizzati all'interno del progetto "Promozione della competitività dei produttori di caffè e cacao in provincia di Bagua e Utcubamba", implementato da AVSI con il finanziamento del Fondo Italo Peruviano (FIP), ha permesso ad Eduar di imparare diversi aspetti riguardanti il settore agricolo come la gestione, la leadership, l'imprenditorialità, motivandolo ad iscriversi nel 2012 come socio della Cooperativa Centrale dei Produttori Agricoli dell'Amazonas (CEPROAA) - beneficiaria del progetto.
L'obiettivo di questo progetto è proprio di contribuire allo sviluppo socioeconomico di 360 famiglie di produttori: 110 di caffé e 250 di cacao, rafforzando le loro competenze per migliorare le entrate e di conseguenza la qualità della loro vita. Indirettamente saranno poi beneficiati 8.250 produttori di caffè e cacao non soci di CEPROAA, nella zona di intervento, che potranno usufruire degli effetti delle attività del progetto.
Grazie a tutto ciò che ha appreso ai corsi organizzati dall'equipe di AVSI Eduar ha deciso di iniziare una sua piccola coltivazione di caffè, scegliendo un terreno vicino a casa situato su una collina con difficile accesso e senza fonti d'acqua. Per portare l'acqua al nuovo terreno Eduar ha utilizzato le risorse a sua disposizione aiutandosi con fili e pali e con 400 metri di tubo collocati tra il pozzo d'acqua di casa e il nuovo campo di caffè.
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Eduar inoltre ha deciso non solo di portare l'acqua al terreno, ma, seguendo le raccomandazioni fornite dal team tecnico di AVSI ha programmato anche gli orari precisi per l'irrigazione, al fine di gestire in modo adeguato il suo raccolto. Per la stessa ragione ha deciso di costruire in casa un serbatoio per migliorare la selezione del caffè coltivato, che consente di utilizzare meno acqua e ridurre al minimo l'inquinamento delle fonti vicine, causato dallo scarico delle acque utilizzate nel processo di selezione del caffè.
Tutte queste azioni e accorgimenti rivelano non solo la creatività personale di Eduar nel risolvere i problemi, ma soprattutto una nuova e grande consapevolezza volta al rispetto dell'ambiente circostante e alla valorizzazione dell'acqua come elemento scarso e contemporaneamente vitale per l'agricoltura.
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