È tempo di passare la mano. Il compito di AVSI nell'avviare i centri di formazione professionale (Life Skill Centers) può considerarsi concluso. D'ora in poi saranno le autorità dello Stato dell'Eastern Equatoria del Sud Sudan a gestire i due istituti che stanno creando una piccola schiera di sarti, muratori e falegnami. Insomma una storia che vale la pena di raccontare.
Siamo nel 2007 quando AVSI firma un progetto con UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) per la formazione professionale di giovani ritornati in patria dopo essere fuggiti ed avere vissuto per anni nei campi profughi a causa della guerra civile. Nascono così due centri, nelle zone rurali di Imotong e Hiyala. Si tratta di aree dove la produzione agricola è l'unica fonte di sostentamento, e mancano le capacità professionali per riavviare l'economia locale.
Inoltre, i rimpatriati devono inserirsi nella vita sociale nei villaggi d'origine da cui sono stati tanti anni lontani. Nei centri professionali si aiutano questi giovani a ricominciare, imparando un mestiere. In primo luogo, vengono offerti corsi per adulti di alfabetizzazione e di istruzione primaria (i cosiddetti “corsi di apprendimento accelerato”): nel corso di quattro anni si permette agli studenti di coprire l'intero ciclo di educazione primaria che ne durerebbe otto, e il titolo rilasciato è riconosciuto dalle autorità statali.
La seconda attività dei centri è costituita dalla formazione professionale: i corsi, della durata di nove mesi, sono volti ad impartire abilità e conoscenze pratiche per le professioni di muratore, carpentiere e sarto. Si tratta di mestieri di utilità primaria, e chi vi si specializza trova un mercato recettivo per iniziare una attività economica o essere impiegato. I corsi vedono lezioni teoriche, ma soprattutto esercitazioni pratiche su come costruire sedie, letti, scaffali, oppure innalzare muri, o ancora cucire vestiti, uniformi scolastiche e borse.
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Il tutto viene corredato da un training finale, della durata di una settimana, su come gestire una piccola attività economica. Alla conclusione del corso, insieme all'attestato che certifica le capacità acquisite, agli studenti viene fornita la strumentazione adeguata per iniziare la loro attività: la consegna di spatole, seghe e macchine da cucire sancisce la fine del programma. Ma non rappresenta la fine del rapporto con i centri. I diplomati vengono accompagnati nello svolgimento delle loro attività dagli assistenti sociali, e ad essi possono sempre rivolgersi per chiedere assistenza e consiglio.
L'iniziativa, oggi al terzo anno di attività, sta riscuotendo un crescente successo, testimoniato dalla continua crescita del numero degli iscritti. Per quanto riguarda i corsi di istruzione primaria, si è passati dai 51 studenti del 2011 ai 61 di quest'anno, mentre per i corsi di formazione professionale l'incremento è ancora più notevole, passando da 41 allievi del primo anno ai 96 del 2013. Non sono soltanto numeri: si tratta di persone che hanno sperimentato un nuovo protagonismo nella loro vita, una nuova speranza.
E ogni storia che ricomincia è un piccolo passo avanti nella ricostruzione di un tessuto economico e sociale lacerato da quaranta anni di guerra civile. Inoltre AVSI ha provveduto alla crescita delle strutture in questi anni, con la costruzione di dormitori, latrine e spazi didattici.
Ma, come dicevamo, è il momento di passare la mano. Dopo la costruzione dei centri ed i tre anni di avviamento, il progetto si conclude con la consegna delle strutture alle autorità sud sudanesi. Lo scorso 27 Marzo è stato l'occasione per una cerimonia ufficiale a cui hanno partecipato il Ministro dell'educazione dello Stato dell'Eastern Equatoria, insieme ad altre personalità. Tanti i segni di apprezzamento per un'opera importante.