Ragazze somale al bivio tra educazione e tradizione

Data 28.02.2019

Ogni giorno 130 milioni di ragazze non vanno a scuola, e tra i 758 milioni di analfabeti al mondo, 2/3 sono donne.

E' da questi dati che è partita la riflessione proposta mercoledì 27 febbraio 2019 dal think-tank Friends of Europe nell'ambito del dibattito "Educating girls". Ad oggi le ragazze sono escluse dall'istruzione primaria 1,5 volte in più rispetto ai ragazzi, ed è proprio partendo da qui che i relatori hanno affrontato il tema dell’accesso all’educazione per le donne, condividendo azioni e punti di attenzione per far fronte a questo problema.

Tra gli speaker intervenuti a questo incontro:

  • Bangio Ali Andan, Education Officer di AVSI Kenya
  • Susanne Conze, Deputy Head of Unit for Strategy and Investments alla Direzione Generale Istruzione e Cultura della Commissione Europea
  • Larisa Hovannisian, Fondatore e amministratore delegato di Teach For Armenia
  • Geetanjali Narayan, Rappresentante UNICEF per la Bosnia ed Erzegovina
  • Matt Reed, Amministratore delegato della Aga Khan Foundation UK

La registrazione dell'evento

La testimonianza di Bangio Ali Andan

Voglio essere un esempio e restituire alla mia società ciò che ho avuto la fortuna di ricevere

Bangio Ali AndanBangio Ali Andan Avsi

Bangio Ali Andan, 28 anni, keniota di origine somala, si occupa dei progetti educativi gestiti da AVSI nel campo profughi di Dadaab, in Kenya, rivolti alle ragazze e donne rifugiate di origine somala.

Nel suo lavoro è fondamentale la sua esperienza di ragazza somala che ha potuto conseguire gli studi fino a ottenere un diploma di insegnante: il suo percorso educativo l'ha resa consapevole di tutti gli ostacoli che le ragazze che incontra quotidianamente devono affrontare e, al tempo stesso, è testimone dell'importanza dell'educazione.

"Se oggi sono qui, a Bruxelles, per parlare dell'importanza dell'istruzione come chiave per una reale parità di genere - ha spiegato - è grazie all'educazione. E' solo perché ho potuto studiare che ora sono protagonista della mia vita e ora posso aiutare le bambine e le ragazze della mia comunità. Non sono qui in veste di esperta, ma credo che la mia storia sia la prova dell'impatto che l'istruzione può avere sulla vita delle donne"

Le ragioni per cui le ragazze come Bangio sono costrette a lasciare il proprio percorso formativo sono svariate: matrimoni forzati in età precoce, lavoro minorile, violenze e norme sociali che le marginalizzano. Nonostante ciò, Bangio ha spiegato come l'educazione permetta un reale cambiamento dall'interno della comunità.

"Se riesco ad aiutare le ragazze a proseguire gli studi, non è perché cerco di convincerle a scontrarsi con la loro tradizione o la loro famiglia. Mi percepiscono come una di loro, cerco di essere un esempio di donna consapevole del proprio valore, di come sia possibile costruire un delicato equilibrio tra educazione e tradizione. E' possibile ed è questa la strada che dobbiamo percorrere".