Le attività psicosociali per bambini e adolescenti ucraini

Data 21.06.2022

Sono bambini e adolescenti ucraini che, dal 24 febbraio, un tempo che ormai è diventato eterno, vivono giornate interrotte da allarmi aerei.
Basta solo questo dettaglio per riuscire a immaginare come i loro corpi e le loro menti siano contratti da paura mescolata a incertezza.
Anche quando sono scappati dalle zone dei bombardamenti e sono riparati in zone più sicure dell’Ucraina, questa tensione continua non li molla.

È a questa che dedicano attenzione i progetti di sostegno psicosociale pensati e implementati in Ucraina per le giovani vittime della guerra in corso. Si articolano in attività diverse che servono ad alleggerire il peso che portano i più piccoli, che faticano a esprimere apertamente il dolore che provano, e vanno accompagnati ad affrontarlo.

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Sono attività semplici - rese possibili dal sostegno di Corriere della Sera e LA7 - che integrano il gioco, la compagnia, lo scambio, la musica e il racconto, per far tornare il sorriso e per recuperare una capacità di guardare avanti, di credere che ci possano essere giorni migliori.

Spesso le attività valorizzano le tradizioni locali: le educatrici insegnano danze e canti popolari, che rallegrano i bambini e le mamme che spesso li assistono.

A educatori professionisti, responsabili delle attività, si affiancano volontari preparati a seguire i bambini durante le varie fasi del gioco e del percorso, per individuare chi fa più fatica e ha bisogno di un aiuto personale e più accurato.

Non sapremo mai veramente quello che provano – spiega Katya, una psicologa che segue i bambini originari del Donbass e sfollati a Chervonograd, nei pressi di Lviv - e il nostro compito è stargli vicino, accompagnarli a scoprire che quello che hanno vissuto non è definitivo. E io resto sempre colpita dal fatto che quando chiediamo loro di disegnare, disegnano carri armati, disegnano case distrutte, ma poi ci aggiungono un fiore, un arcobaleno. Hanno dentro questa spinta a individuare ciò che salva, che apre a un futuro”.

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Le attività di sostegno psicosociale ora sono attive in diverse località dell’Ucraina e sono quasi sempre integrate ai progetti di emergenza di AVSI che, mentre interviene per garantire un rifugio, cibo, coperte e beni essenziali, si preoccupa di rilevare anche i bisogni essenziali non materiali, come quello di garantire la cura per i più piccoli.

Foto: Valerio Muscella