Con la pandemia da COVID-19, è stato necessario ripensare e riorganizzare molte attività parte dei progetti di sviluppo che AVSI realizza in tutto il mondo, in modo da garantire la sicurezza di tutti.
Trasformare i problemi in opportunità è ciò che AVSI fa ogni giorno.
La sfida del Covid è stata nuova ed enorme, ma AVSI l'ha affrontata tenendo sempre al primo posto i beneficiari dei progetti, soprattutto quelli più vulnerabili, come le donne con cui AVSI lavora e che considera fondamentali per lo sviluppo delle comunità.
Le necessità emerse si sono quindi trasformate in nuove opportunità all'interno del progetto "Improvement of Green Infrastructure in Jordan through Labour-Intensive Measures (CfWGI)" - finanziato da GIZ (Deutsche Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit). Il progetto prevede la riabilitazione di due parchi nel sud della Giordania: a Gweirah e Humayma, parte del Governatorato di Aqaba, attraverso un sistema di "cash for work" rivolto a donne e uomini giordani e siriani vulnerabili.
Per affrontare la pandemia e continuare a lavorare sull'empowerment delle donne, sono stati allestiti due laboratori dedicati alle donne, volti alla produzione di dispositivi di protezione individuale (DPI).
Più di 40.000 mascherine e 2.000 abiti da lavoro sono stati realizzati dalle donne coinvolte, per essere poi distribuiti alle autorità pubbliche, private e agli stakeholder (scuole, ospedali, uffici, organizzazioni civili, ecc.).
Inoltre, le lavoratrici hanno ricevuto una formazione tecnica necessaria per entrare nel mercato del lavoro.
In questo modo, 84 donne hanno mantenuto un lavoro a breve termine nel momento in cui altre attività hanno dovuto essere sospese. Inoltre, hanno avuto l'opportunità di acquisire conoscenze preziose per le loro prospettive lavorative future.
Le donne coinvolte hanno riferito che un altro aspetto molto positivo del progetto è stata la possibilità di lavorare per la loro intera comunità, anziché soltanto nell'ambito familiare come erano abituate.
Lo staff di AVSI ha notato in loro dei grandi cambiamenti nel corso del progetto: hanno imparato a identificare le priorità nel lavoro e hanno iniziato a proporre nuove idee per la loro comunità, parlando a nome di essa.
Le donne che hanno preso parte ai laboratori hanno anche sottolineato quanto sia stato importante per loro potersi aprire e conoscere nuove persone: molte di loro sono rimaste colpite dal fatto che prima del progetto non si conoscevano, nonostante vivessero nello stesso quartiere. Oltre alla formazione e al piccolo reddito ricevuti, al termine del progetto avevano anche acquisito nuove amicizie.
Alcune di loro - come Noor, Farah e Bedor - hanno sfruttato questo punto di partenza per cercare opportunità ancora maggiori: la formazione ricevuta nei laboratori del progetto ha infatti permesso loro di superare con successo la prova d'assunzione in una fabbrica tessile di Aqaba e di ottenere così un nuovo lavoro.
L'occupazione, l'acquisizione di nuove competenze e il sostegno della comunità svolgono un grande ruolo nell'empowerment delle donne. Diventare parte della vita comunitaria e in questo caso contribuire a produrre qualcosa per essa diventano passaggi fondamentali per favorire la resilienza, la sicurezza di sé e il coraggio di cercare nuove opportunità, facendo sì che la persona sia sempre al centro degli interventi di sviluppo.