Reportage

Ad Aleppo un’intera generazione è andata perduta

Senza lavoro e senza prospettive: dentro una scuola professionale in Siria per raccontare cosa hanno lasciato 14 anni di guerra ai più giovani. Un fotoreportage di Aldo Gianfrate

22.12.2025
Aldo Gianfrate

Quattordici anni di guerra hanno smantellato la base economica di Aleppo e ridotto drasticamente le possibilità di accesso al lavoro per i giovani. Un tempo motore industriale della Siria, la città concentra oggi il 53% dei danni totali causati dal terremoto nel Paese; si stima che 79.000 lavoratori abbiano perso il lavoro dopo il sisma e il 95% delle famiglie dichiara un reddito insufficiente a coprire i bisogni di base.

Molti giovani hanno lasciato il Paese in cerca di stabilità, lasciando le aule e i laboratori di Aleppo con meno studenti, meno risorse e prospettive limitate per chi è rimasto.

All’interno di uno degli istituti industriali di Aleppo, nel quartiere di Al-Masharqa, studenti e insegnanti raccontano di edifici lesionati, manuali obsoleti, strumenti mancanti e lunghi spostamenti quotidiani in una città dove le opportunità di lavoro si sono progressivamente sgretolate.

Con il supporto di F2i, AVSI sta riabilitando le scuole industriali di Aleppo: riparando le aule, ammodernando i laboratori, installando sistemi solari e idrici e fornendo nuove attrezzature. Il progetto allinea la formazione alle esigenze del mercato, rafforza le competenze degli insegnanti e offre ai giovani corsi, orientamento professionale e inserimenti lavorativi. Questi interventi si affiancano a un altro progetto dedicato alla formazione sulle life skills degli studenti, permettendo un approccio più completo all’interno degli istituti.

Una madre e sua figlia alla fermata dell’autobus ad Al-Masharqa, un quartiere della parte occidentale di Aleppo.
Studenti seguono una lezione all’interno della scuola superiore industriale di Al-Masharqa, nella parte occidentale di Aleppo.
A sinistra, studenti giocano a calcio durante una pausa nel cortile. Da quando il servizio militare obbligatorio è stato sospeso, le iscrizioni alla scuola sono diminuite drasticamente. A destra, Fozya Abd Alrhman, 34 anni, lavora come docente di elettronica in un laboratorio con attrezzature obsolete o non più funzionanti. La guerra l’ha costretta a interrompere i suoi studi di ingegneria per tre anni.
Pannelli solari coprono i tetti del centro di Aleppo, una soluzione diffusa alla cronica carenza di elettricità della città.
Il progetto di AVSI, finanziato da F2i, mira a riqualificare questi spazi con nuove attrezzature, infrastrutture più sicure e una fornitura elettrica più affidabile, offrendo agli studenti gli strumenti necessari per apprendere il proprio mestiere.
Ayman Korshid, 15 anni, studia meccanica e impiega quasi un’ora al giorno per andare a scuola. Racconta che c’è un’elevata richiesta di lavoratori qualificati, ma formarsi con strumenti limitati rende tutto più difficile.
A sinistra, l’esterno del laboratorio di elettrauto, assemblato da studenti e insegnanti con materiali di recupero. A destra, un’officina allestita in un corridoio sotterraneo, utilizzata come spazio di formazione improvvisato.
A sinistra, attrezzature obsolete e aule usurate raccontano anni di scarsa manutenzione all’interno dell’istituto professionale. A destra, un’aula della scuola mostra pareti scrostate, finestre rotte e banchi deteriorati: segni di anni senza manutenzione.
Fadi Al Bayoush, 51 anni, docente di elettrauto: «Molti strumenti e macchinari sono vecchi e non abbiamo i materiali di cui avremmo bisogno», spiega. «La cosa più difficile è mantenere le lezioni allineate a ciò che gli studenti si troveranno ad affrontare fuori dalla scuola».
Mohammad Nour Mubarak (a sinistra), 18 anni, studente, si forma ogni pomeriggio in una piccola officina di climatizzazione. «Voglio restare, imparare un mestiere e costruire il mio futuro». Shaban Ajjan (a destra), membro del team di AVSI, ha curato la formazione degli insegnanti e oggi fornisce un supporto continuo per garantire la qualità delle attività.
Due immagini dal laboratorio di elettronica. Fozya Abd Alrhman: «La cosa più bella», racconta, «è quando arrivo e vedo gli studenti: mi ricorda ciò che posso dare loro».
Studenti si riuniscono per una foto nel cortile della scuola.