L’ordine esecutivo emesso dal Presidente degli Stati Uniti il 20 gennaio 2025 ha imposto una pausa di 90 giorni ai progetti, in attesa della loro revisione. Le attività di AVSI in molti Paesi sono state immediatamente colpite dagli effetti di questo stop work: la vita di migliaia di persone è a rischio.
Da un giorno all'altro 675 mila persone coinvolte nei nostri progetti che ci è stato chiesto di bloccare non hanno più ricevuto cure, cibo, sostegno economico e psicosociale. Tra queste persone ci sono le persone i 70 centri di Sviluppo comunitario riabilitati da AVSI in Ecuador negli ultimi sei anni.
In Ecuador duemila persone vulnerabili rischiano di non ricevere più sostegno psicosociale e cure mediche
Dal 2023 in Ecuador la violenza legata alla criminalità organizzata transnazionale è in aumento e il governo ha risposto confinando interi quartieri come misura protettiva. In questo contesto, i giovani hanno sempre meno possibilità di frequentare spazi sicuri dove poter socializzare, imparare e crescere e sono più esposti al reclutamento criminale.
In risposta a questa crisi, AVSI si è impegnata attivamente nel recupero e nella riabilitazione e supporto di quasi 70 Centri di Sviluppo Comunitario (CDC), ambienti sicuri dove i giovani possono ricevere sostegno psicosociale e frequentare corsi ed eventi artistici, culturali, sportivi. Questi spazi, riconosciuti dal Ministero degli Interni, prevedono la partecipazione attiva di tutta la comunità: gli adulti, i giovani, i leader comunitari valutano e progettano insieme le attività, garantendone la sostenibilità e l'impatto a lungo termine.
I centri garantiscono anche il collegamento tra la comunità e la rete di servizi di protezione e salute. Spesso infatti le famiglie vulnerabili - sia migranti che ecuadoriane - hanno grandi difficoltà ad accedere alla protezione legale e sociale e all’assistenza sanitaria, in quanto non iscritti o non contribuiscono alla previdenza sociale perché svolgono lavori informali o non sanno come accedere. Gruppi di supporto presso i centri informano, indirizzano e consentono l’accesso ai servizi sanitari specializzati e alle medicine.
La sospensione degli aiuti esteri americani ci impedisce di sostenere i centri e la comunità che li anima. Senza nuovi finanziamenti non potremo riprendere le attività. Duemila persone in Ecuador rischiano di perdere spazi di cultura e pace vitali per interi quartieri.
Stiamo mettendo in campo ogni azione possibile per continuare a garantire gli interventi salva vita e perché il minor numero possibile dei nostri dipendenti perda il lavoro. Uniti intorno alla nostra mission supereremo insieme anche questa crisi.