Uganda. Gruppi teatrali per alleviare l'ansia e creare consapevolezza
Durante il lockdown, AVSI ha organizzato attività teatrali per i giovani rifugiati del campo di Palabek. Per i ragazzi un'occasione di svago, crescita e socializzazione ma anche un'opportunità per affrontare temi importanti come la lotta alla violenza domestica e la sensibilizzazione alle misure di prevenzione del virus
Nel nord dell'Uganda, il campo di Palabek ospita circa 56.000 rifugiati del Sud Sudan che hanno attraversato il vicino confine per sfuggire alla fame e alla guerra civile che ha sconvolto il loro paese dal 2013 al febbraio 2020.
La pandemia da COVID-19 e il lockdown hanno aumentato disagi e difficoltà anche nel campo, dove la popolazione è per lo più composta da giovani. “Visitando gli studenti di Palabek ci siamo accorti delle sfide che devono affrontare durante il lockdown. Hanno bisogno di stimoli e di impegnarsi in qualcosa." spiega Bosco Olweny, Project Officer di AVSI.
AVSI ha perciò modificato alcuni programmi del progetto ICROOSS finanziato dall'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS) e proposto attività teatrali ai giovani residenti del campo, raggruppandoli in gruppi di non più di 20.
La scelta del teatro non è casuale: i benefici che ne derivano sono fisici, emotivi e sociali, promuove la crescita personale con umorismo, gioco e risate; inoltre preparano i giovani ad affrontare situazioni difficili e sviluppa la creatività. Grazie all'iniziativa si è formato il gruppo teatrale Ada Rii (“la verità dura più a lungo” in sud-sudanese), composto principalmente da giovani del campo di Palabek che hanno scelto questo nome per il gruppo nella speranza di poter continuare a recitare anche in futuro e di restare uniti.
I ragazzi mettono in scena i problemi della vita reale con cui si confrontano ogni giorno: lo spettacolo dura un'ora e tratta due argomenti per loro molto importanti, la violenza contro le donne e la prevenzione delle infezioni da COVID-19. Li aiuta Richard, che ha iniziato a recitare fin dalle elementari e ora ha l'opportunità di esercitarsi e formare i suoi amici.
Il gruppo Ada Rii si esibisce tre volte a settimana in diverse aree dell'insediamento, condividendo messaggi che invitano a denunciare i casi di violenza domestica e fornendo consigli pratici su come proteggersi dal COVID-19.
“Prima di iniziare a fare teatro, vivevo una situazione difficile, ero bloccata e mi sentivo sola. Sono stato vittima di violenza, ma adesso so cosa fare: voglio portare avanti la lotta contro la violenza", racconta Josephine.
"È divertente far parte del gruppo: ci tiene compagnia, crea relazioni forti e aiuta la nostra comunità a crescere" spiega Mark. "Veniamo da diverse aree dell'insediamento ma ora ci sentiamo un'unica famiglia e sappiamo di poter fare affidamento gli uni sugli altri".
Per il futuro, grazie ad AVSI e al finanziamento dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, i ragazzi progettano di organizzare nuovi spettacoli su AIDS e HIV e sull'importanza dell'istruzione, cercando così di contribuire allo sviluppo della loro comunità.
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