Via Zoom anche tra i rifugiati in Africa
Dal 2014 con il sostegno del dipartimento di stato americano per il sostegno ai rifugiati e ai migranti (PRM) a formiamo i docenti del campo profughi di Dadaab. 70 di loro, in piena pandemia, armati di smartphone e connessione, proseguono i corsi da uno dei più remoti angoli del Kenya
Continuare l’accompagnamento delle popolazioni più vulnerabili nel pieno di una pandemia globale ci ha chiesto di ideare nuovi progetti e modificare quelli già in corso, come a Dadaab, nell'immenso campo profughi dove lavoriamo dal 2009.
Anche qui è arrivata la minaccia della pandemia con tutti i suoi risvolti: la paura di ammalarsi accresciuta dalla consapevolezza dell’assenza di strutture sanitarie adeguate, il ricorso a misure di distanziamento sociale per contenere il contagio, la distribuzione di kit sanitari e sapone coinvolgendo anche il gruppo scout dell'area, il fermo di tutte le attività, comprese quelle informali, che garantivano alle famiglie un minimo di disponibilità economica.
Ma è possibile qui, in uno dei campi profughi più popoloso al mondo portare la formazione a distanza?
Non è facile, ma ci abbiamo provato e sta funzionando: 70 insegnanti di Dadaab proseguono i corsi con i formatori AVSI su Zoom
Dadaab è una città nel nord del Kenya al confine con la Somalia e sede di uno dei più grandi campi per rifugiati al mondo (oltre 200,000, per lo più somali): per i rifugiati il timore di non poter affrontare la diffusione del Coronavirus con strutture sanitarie adeguate si associa all’impossibilità di lavorare – causata dal lockdown – e di assicurarsi un minimo di disponibilità economica in una zona in cui il lavoro si svolge prevalentemente “a giornata”.
Sono soprattutto giovani insegnanti che, una volta presa dimestichezza con la piattaforma e ricevuto l'accesso a una connessione internet stabile, hanno partecipato con entusiasmo. E le videoconferenze sono anche occasione per fare chiarezza sulle misure in vigore per contenere il virus.
I maestri sono molto rispettati e le persone si rivolgono a loro in caso di dubbi, domande. Per questo abbiamo integrato i messaggi del Ministero della Salute sulla pandemia di COVID-19 in tutti i programmi di formazione
AVSI si occupa della formazione degli insegnanti a Dadaab dal 2014 con il sostegno dell’ufficio del dipartimento di stato degli Stati Uniti per la popolazione, i rifugiati e le migrazioni (PRM) (progetto “Supporto transitorio per l'integrazione e la qualità dell'istruzione nella comunità di rifugiati e ospitanti di Dadaab” ). Qui guadagnarsi un titolo di studio riconosciuto significa avere una chance, magari anche quella di lasciare il campo e rientrare in Somalia. Nelle aule scolastiche - siano fisiche o virtuali - si gioca il futuro dei bambini e degli insegnanti.
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